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SERIE A

Serie A, arbitri si cambia: il fischietto Doveri spiega le novità

Daniele Doveri, arbitro di Serie A (Getty Images)
Daniele Doveri, noto fischietto di Serie A, in un’intervista concessa al Corriere dello Sport, spiega le novità sull’arbitraggio nel prossimo campionato

Carmelo Barillà

Daniele Doveri, noto fischietto di Serie A, in un’intervista concessa al Corriere dello Sport, spiega le novità sull’arbitraggio nel prossimo campionato: Discernere di più il fallo dal contatto di gioco. E fischiare solo il primo”. Un arbitraggio all'inglese, insomma, anche se Doveri spiega "Non dipende solo da noi". Fischietto tra i più esperti ed apprezzati, il 44enne romano è nel gruppo dei Video Match Officials, gli ufficiali di gara che svolgono la funzione di VAR per la FIFA. Di seguito tutte le dichiarazioni di Daniele Doveri nell'intervista al Corriere dello Sport.

L'intervista a Doveri

“Per numero di falli siamo allineati alla Champions e ci avviciniamo alla Premier. L’indicazione è quella di non sanzionare tutti i contatti di gioco, ma l’obiettivo di uniformarci al calcio inglese deve essere condiviso da tutte le componenti”.

Doveri, si spieghi meglio. “Io non entro in campo col proposito di fischiare poco o molto. Devo mettermi in connessione con la partita e con il modo in cui la interpretano i calciatori. Sono loro alla fine che decidono quanti falli devo fischiare”.

Però non tutti fischiate allo stesso modo. Lei, Doveri, per esempio, passa per un arbitro che lascia giocare.“Nelle statistiche sono proprio in mezzo al gruppo. Ma le statistiche non spiegano tutto. L’anno scorso ho arbitrato gare fischiando dodici falli, ma in Genoa-Udinese ho fermato il gioco quarantotto volte”.

Daniele Doveri

Doveri, quanto conta, al di là dei falli, il livello di tensione della gara?“Certamente non poco. Se lascio giocare un contrasto duro, e mi ripeto in quello successivo, e poi la terza volta si spaccano una gamba, vuol dire che non sono sintonizzato con la partita. Se invece lascio andare qualche contatto vigoroso e percepisco che i calciatori accettano di confrontarsi fisicamente, ma in maniera leale, allora posso proseguire su quella strada. Il fatto è che nessuno ti dice che non spezzerà la gamba all’avversario, devi intuirlo da come gli atleti interpretano la gara, e anche da come si rialzano dopo essere caduti per terra. Se la tensione cresce, i colpi si fanno più duri, le proteste s’infiammano, tu devi smorzare i toni, perché il compito dell’arbitro è anche quello di proteggere l’incolumità dei calciatori”.

D’accordo, ma non fischiate tutti allo stesso modo. Anzi lo fate in modo molto differente, facendo venire meno un requisito fondamentale: la prevedibilità. Che consente a chi gioca di sapere fino a dove può arrivare. Sui rigori, poi, Doveri, le interpretazioni sono apparse troppo divergenti.“Non ho questa visione. Credo che sui rigori ci fosse una linea condivisa. Tant’è vero che quando è stato fischiato qualche rigore leggero, se ne sono accorti tutti. Ma la regola era chiara”. Milan, tra calciomercato e campo: le ultime.

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