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Zambrotta: “Milan o Juve? Non fatemi scegliere…”

Gianluca Zambrotta, al Milan dal 2008 al 2012 (credits: GETTY Images)

Zambrotta, doppio ex della gara di oggi, non sa scegliere tra Juventus e Milan, tappe fondamentali della sua carriera. Promossa la linea verde del Milan.

Stefano Bressi

Questa partita, Gianluca Zambrotta, non può che sentirla molto sua. Ha vestito sia la maglia della Juventus che quella del Milan e con entrambe a sollevato la Supercoppa Italiana. Lo ha alzato a New York nel 2003 e a Pechino nel 2011. C'era proprio Zambrotta quando il Milan vinceva il suo ultimo trofeo fino a oggi. È appena tornato dall'India, dove ha guidato la sua squadra fino ai playoff. Il profumo di calcio italiano è diventato intensissimo. Oggi si gusterà la partita, e di questo ha parlato a "La Gazzetta dello Sport". Ecco cosa ha detto.

Per chi tiferà: "Sono state le tappe più importanti della mia carriera. Alla Juve sono diventato grande, al Milan mi sono completato. Sono due grandi famiglie che mi hanno regalato emozioni forti e per me sarebbe un po' difficile sceglierne una..."

Chi vince: "Immagino una partita bella, aperta, può finire in qualsiasi modo"

Su chi potrebbe deciderla: "Higuain e Buffon nel caso in cui vinca la Juventus, Donnarumma e Bonaventura se avrà la meglio il Milan. Jack può sparigliare le carte".

Sugli attaccanti più pericolosi: "Da una parte Higuain, inventa gol pazzeschi. Dall'altra Suso, sta facendo molto bene e può dare fastidio".

Su Montella: "È l'uomo in più del Milan. Sta facendo un ottimo lavoro all'interno di un progetto importante e non è un lavoro facile".

Su Allegri: "Sono contento per quello che ha fatto e ottenuto. La sua Juve è migliorata molto anche in Europa, si è rinforzata e ha ottime chance di arrivare in fondo in Champions".

Sul crollo del Milan e la risalita della Juve: "Che la Juve stesse per tornare grande era intuibile, molto difficile pensare che il Milan avrebbe incontrato tutte queste difficoltà".

Sull'addio simultaneo della vecchia guarda al Milan: "È stato un problema, perché sono mancati tutti i punti di riferimento. Ora il progetto giovani è bellissimo. Per portarlo avanti, però, serve tempo, ma soprattutto qualche guida che li faccia crescere".

Sulla cessione del club: "Un Milan senza Berlusconi e Galliani non mi sembrerebbe nemmeno il Milan. Mi dispiace molto, ma purtroppo occorre far fronte alle esigenze economiche".

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