Sugli episodi di razzismo
"Mi ricordo quella giornata (Roma-Milan 2021, ndr). In 50mila urlavano "Sei uno zingaro" dopo il gol. Faccio finta di non sentire perché ne volevo ancora di più, perché così mi caricavano. Quando ero in campo e mi arrivava odio facevo ancora di più, perché mi serviva stimolo. Poi quando il pubblico ha cominciato a farlo pensavo in testa "Più forte, più forte, più forte". Poi l'arbitro ha ammonito me, cosa che non capisco. Attaccano me, però non era la prima volta che mi succedeva. Se devi guardare il razzismo devi guardare tutto il pacchetto, non solo a una parte perché fa più effetto rispetto a un'altra".
Sul carattere duro:
“Se mi conosci ho un cuore davvero grande, ed è difficile entrarvi”.
Su cosa insegna ai suoi figli
“Vivono una vita diversa dagli altri, perché papà è conosciuto. È stato un giocatore forte, se non il più forte (ride, ndr). Però sto provando di dividere l’Ibra professionista al papà. La vita è più facile, più semplice, perché possono fare più di quello che ho fatto io. Quello che insegno loro è disciplina, rispetto ed indipendenza. Se riescono in questo significa che ho fatto bene il lavoro di papà”.
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Cos’ha imparato dalla vita:
“Per arrivare devi lavorare. Niente è gratis nella vita, e se lavori arrivano le cose”.
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