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Galliani: “Credo che si giocherà molto a porte chiuse. Poi andrà così …”

Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan (credits: GETTY Images)

Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan ed oggi al Monza, ha parlato della pandemia da coronavirus e della futura ripartenza del calcio

Daniele Triolo

"NEWS SERIE A - Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan ed oggi, con il medesimo ruolo, al Monza, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di 'Teleradiostereo'. Queste le dichiarazioni di Galliani:

"Sulla quarantena: «Come sto vivendo il momento di isolamento? Sono in casa e non esco assolutamente, ma la giornata vola. Leggo i giornali durante la notte, mentre prima lo facevo la mattina, e durante la giornata ci sono molte più comunicazioni rispetto a prima; grazie alle nuove tecnologie riesco a fare riunioni e conferenze a distanza».

"Sull'impatto del coronavirus nella nostra società: «Credo che ci sarà un mondo prima e dopo il Coronavirus, ci si abituerà a vivere con questi mezzi in un modo diverso rispetto a come abbiamo fatto fino a qualche settimana fa».

"Sull'evoluzione e la diffusione del virus: «Sono preoccupato come tutti per la salute di ognuno, ci sono ancora centinaia di morti ogni giorno e bisogna pensare a questo. Poi quando la guerra contro questo nemico invisibile sarà finita arriverà il momento di ricostruire il Paese che sta perdendo 100 miliardi al mese di produzione, bisognerà capire se i consumi riprenderanno come prima, cosa che io dubito».

"Sulla situazione del CoVid_19 all'estero: «Faccio fatica a dare colpe agli altri Paesi, anche l’Italia ha perso tempo e doveva partire prima con i decreti. Non mi sento di giudicare nessuno, anche l’Italia se avesse chiuso prima si vedrebbero i risultati. Io vivo in Lombardia e due terzi dei morti arrivavano da questa regione».

"Sulla possibilità che si torni a giocare a calcio in questa stagione: «Non ho una risposta. Abbiamo appena appreso che le Olimpiadi sono state spostate all’anno prossimo, bisogna affidarsi alla comunità scientifica e saranno i medici a dirci quando si potrà tornare a giocare. Fare previsioni adesso è inutile».

"Su come cambierà il calcio dopo il coronavirus: «Dipende dall’andamento del virus, certo è che quando usciremo di casa non sarà più come prima, vedo difficile che 80mila persone possano tornare a radunarsi a San Siro. Credo si giocherà per molto a porte chiuse e poi forse uno seggiolino sì e uno no. Ma certamente ora bisogna pensare solo alla salute e poi a tutte le altre attività, e il calcio è una delle altre attività». Matteo Salvini intanto spara a zero sui privilegi dei calciatori sui tamponi: CLICCA QUI PER LE SUE PAROLE >>>

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