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Nava: “Giampaolo uomo giusto, serve ottimismo”

Stefano Nava, ex allenatore del Milan Primavera (acmilan.com)

Ai microfoni di Radio Rossonera ha parlato l'ex milanista Nava. Ecco tutte le sue dichiarazioni, su svariati temi d'attualità legata al Milan.

Stefano Bressi

ULTIME MILAN - Momento caldissimo in casa Milan. Dopo gli addii di Gennaro Gattuso e Leonardo e con la quasi certa ormai conferma in un nuovo ruolo di Paolo Maldini, si sta programmando la nuova stagione. Si parte dalla ricerca di un nuovo allenatore. Di questo ha parlato Stefano Nava, ai microfoni di Radio Rossonera. Ecco le sue dichiarazioni.

Buonasera Stefano, come commenta i 68 punti ottenuti dal Milan in campionato che però non hanno permesso l'ingresso alla prossima Champions League?

"68 punti sono tanti ma non sono stati sufficienti. Quel punto che manca rappresenta un solco tra chi è rimasto soddisfatto di quanto fatto in quest'annata e chi no".

Che ne pensa del progetto giovani comunicato da Gazidis?

"Non c'è dubbio che il Milan abbia una valida base giovane con giocatori già affermati. L'ottimismo non può non accompagnarci in quello che sarà il futuro. Certo è che il progetto giovani deve essere accompagnato da programmazione ed idee".

Lei che ha lavorato in rossonero accanto a Filippo Inzaghi, può raccontarci quanto è difficile lavorare in una situazione lontana dai fasti di un tempo?

"Conosco bene Pippo e ho conosciuto anche i suoi metodi. Nel calcio sono esistite tante situazioni in cui gli allenatori sono dovuti andare incontro a delle difficoltà nonostante i tifosi si aspettano sempre tanto. Spesso molto dipende dalla bravura e dalla personalità dei giocatori; ci sono troppe variabili e non è facile dare una risposta precisa".

Un commento sulla finale di Champions e sulle due squadre che l'hanno disputata...

"Il mio pensiero è che nelle grandi squadre bisogna avere solidità. Non bastano 11 giocatori molto forti, per vincere ci vogliono anche delle alternative di primo livello. Quando giocavo io nel Milan, ero in una squadra straordinaria piena di campioni e di alternative: in panchina a quei tempi potevamo permetterci anche palloni d'oro. I nostri risultati derivavano da quello ma anche da società e tecnico molto forti oltre che dallo spirito di competizione che ci contraddistingueva dagli allenamenti alle partite. Quelli di Capello poi furono i primi anni in cui anche in Italia si sentiva già parlare di Turnover".

Si aspettava la retrocessione della squadra Primavera?

"Premetto che non sono stato vicino alla squadra Primavera e posso parlare solo per interpretazione. No, non me l'aspettavo perché in squadra ci sono stati anche ragazzi che ho allenato io e credo avessero le potenzialità di mettere sotto in classifica almeno due squadre".

Si parla tanto di Giampaolo per il futuro della panchina del Milan, per lei può essere l'uomo giusto?

"Difficile al momento trovare un ampio ventaglio di scelte tra gli allenatori disponibili, tra questi pochi però Giampaolo è un allenatore che ho sempre apprezzato fin dai tempi dell'Ascoli. Le pressioni ci sono in tutte le grandi squadre ma su Giampolo posso dire che l'ho trovato sicuramente migliorato nella comunicazione a tutto tondo e le sue competenze tecnico-tattiche sono sicuramente importantissime".

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