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Albertini: “ItalMilan? Sì, ma bisogna prendere giocatori forti”

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan (credits: GETTY images)

Demetrio Albertini, in esclusiva per 'Calciomercato.com', ha parlato della situazione del Milan: “Bisogna capire il progetto della società”

Daniele Triolo

"All'indomani della sconfitta del Milan contro l'Atalanta in quel di Bergamo, la redazione di 'Calciomercato.com' ha contattato in esclusiva Demetrio Albertini, ex centrocampista rossonero e dirigente federale, per fare il punto della situazione in casa milanista.

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"Albertini, in principio, ha voluto ricordare la figura di una delle bandiere del club meneghino, vale a dire Cesare Maldini, scomparso nella notte tra sabato e domenica all'età di 84 anni. Albertini ha raccontato a 'Cm.com' un aneddoto che lo lega al padre dell'amico Paolo, risalente alla comune esperienza nella Nazionale italiana Under 21, allenata per molti anni da Cesare Maldini. “Io l'ho avuto in diverse vesti, prima di tutto da papà in Under 21, poi da padre di un mio compagno di squadra e come mister in Nazionale e Milan, l'ho visto in tante vesti. Ho avuto la fortuna di viverlo tanto. Di lui mi ha sempre colpito l'umanità e la semplicità nel gestire il gruppo, soprattutto in Under 21, anche nei momenti difficili – ha rammentato Albertini -. Mi ricordo una volta che eravamo stati sconfitti 6-0 in Norvegia: nonostante questo lui era il più tranquillo di tutti e grazie a questa serenità alla fine ha creato un bellissimo gruppo che è riuscito a vincere il primo europeo dell'Italia Under 21. Da allenatore al Milan l'ho avuto poco, ma era sempre parte della famiglia Milan. E' arrivato in una stagione complicata e grazie alla sua semplicità ha tirato fuori prestazioni di livello. La sua era una gestione patriarcale con dentro un'umanità straordinaria”.

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"Si è passati, poi, a parlare di Milan, e del momento critico della squadra rossonera, reduce da appena due punti conquistati in quattro partite. Questa l'opinione di Albertini sul ritiro deciso da Sinisa Mihajlovic, di comune accordo con la società: “Credo che il ritiro possa servire solo a dare un senso di responsabilità importante ai giocatori, anche nelle difficoltà che possono esserci, si vuole dare una sterzata per quanto riguarda la concentrazione: non si può mollare perché c'è una partita molto importante davanti ora. Il Milan evidenzia le sue qualità solo nei momenti di massima concentrazione e se cala come nell'ultima partita diventa tutto difficile – ha rimarcato Albertini -. Il ritiro serve sì per arrivare concentrati alla Coppa Italia. Bisogna anche pensare al campionato però, dietro c'è il Sassuolo che va a mille e punta ad arrivare a qualcosa di importante nella sua storia, forse per il Milan arrivare in Europa League invece è il minimo obiettivo al quale neanche si pensava a inizio stagione. Il rischio e la preoccupazione di tutti, allenatore e società, è che facendo male ora si possa arrivare in condizioni non ottimali alla Coppa Italia”.

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"Chiusura dedicata all'ItalMilan, quel progetto di “squadra più giovane e più italiana” che tanto piacerebbe al Presidente Silvio Berlusconi. Si tratta della soluzione migliore per i colori rossoneri? Per Albertini, il progetto è stimolante, ma soltanto ad una condizione: “Bisogna capire il progetto della società da qui a tre anni. Una cosa è tenere i giocatori del settore giovanile, una cosa è italianità e senso di appartenenza che io ho vissuto anche in Spagna. Oggi si deve cercare di creare appartenenza: tutti, giocatori e allenatori, devono creare questo senso per poi inserire facilmente anche giocatori stranieri – ha concluso Albertini -. Sul piano economico il discorso è un altro: giocatori italiani forti non credo costino meno di stranieri, il problema è che bisogna prendere giocatori forti. Poi se parliamo solo di italianità sposo ovviamente il progetto di creare una base italiana”.

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