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ROBERTO BAGGIO: chi è, cosa ha vinto e cosa fa oggi. Le curiosità
Roberto Baggio
Nome: Roberto Baggio
Luogo e data di nascita: Caldogno, 18 febbraio 1967
Peso: 73 kg
Altezza: 174 cm
Soprannome: Divin Codino
Caratteristiche tecniche
Talento cristallino, Baggio è il prototipo perfetto del fantasista capace di agire su tutto il fronte offensivo e di incidere sia in fase di finalizzazione che di rifinitura. Paragonato a Meazza e considerato dai più come il miglior calciatore italiano del dopoguerra, Baggio è stato uno dei migliori tiratori da fermo della Serie A. Sublime, geniale, poetico: il Divin Codino è stato pura magia
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Carriera
Lanerossi Vicenza
Baggio muove i primi passi della sua carriera nel Caldogno prima di trasferirsi al Vicenza all’età di 13 anni. Nelle selezioni giovanili biancorosse fa strage di gol (110 in 120 presenze) e nel 1983 – all’età di 16 anni – fa il suo esordio in prima squadra, in Serie C (Vicenza-Piacenza 0-1). Nel novembre dello stesso anno trova il primo gol tra i professionisti. Nella stagione ’84-85 Baggio è tra i protagonisti della promozione in B, con 12 reti in 29 presenze, ma nel finale di stagione subisce il primo grande infortunio della sua carriera.
Esattamente due giorni prima dell’infortunio, la Fiorentina aveva siglato l’accordo con il club vicentino per portare il fantasista in viola per 2,7 miliardi di lire. Malgrado la possibilità di tirarsi indietro, la Fiorentina decide di tenere il calciatore e di supportarlo nel percorso di riabilitazione. Dopo una lunga degenza, nel marzo 1986 arriva l’esordio in A (Fiorentina-Sampdoria). Un nuovo infortunio ne ostacola l’affermazione, ma Baggio recupera ancora e il 10 maggio 1987 trova il suo primo centro in massima serie (Fiorentina-Napoli 1-1, il suo gol vale la salvezza ai toscani). La stagione ’87-88 rivela finalmente a tutti il suo talento: il Divin Codino realizza 9 reti in campionato e conquista la vetrina nazionale. La stagione successiva è quella della definitiva esplosione, con 15 reti realizzate e le giocate memorabili siglate in coppia con il compianto Borgonovo. Nel 1989-90 Baggio mette a segno 17 reti e si piazza alle spalle di Van Basten nella classifica cannonieri. Arrivano intanto i primi riconoscimenti a livello continentale, che lo rendono appetito ai principali club d’Italia. Nell’estate del ’90, dunque, la sua avventura con la maglia della Fiorentina si chiude: il bottino finale recita 136 presenze e 55 gol.
Ad accaparrarsi il talento di Baggio è la Juventus, che decide di investire 25 miliardi di lire. Il suo addio alla Fiorentina è ricco di polemiche, ma il talento azzurro non risente delle critiche e parte subito con il piede giusto nella sua avventura in bianconero. Dopo il gol all’esordio in Supercoppa, Baggio chiude la sua prima annata a Torino con 27 gol totali. Nel ’92-93 raccoglie numeri ancora una volta eccellenti e stavolta li accompagna con una serie di vittorie di squadra (Coppa Uefa su tutte) che fanno brillare sempre di più la sua stella, che tocca il punto più alto con la conquista del Pallone d’Oro. Negli anni successivi Baggio paga ancora gli infortuni, ma sigla ancora gol importanti per i successi in campionato e Coppa Italia della Juventus.
L’arrivo di Lippi e i contrasti con Agnelli mettono in discussione la sua permanenza a Torino e ad approfittarne è il Milan, che paga un indennizzo di 18 miliardi di lire e si porta a casa il Divin Codino. In rossonero Baggio rimane appena due anni, regala qualche perla (il gol nel derby del 1996 su tutti), ma soffre in seguito al ritorno in panchina di Sacchi e nel 1997 mette fine alla sua avventura con il Milan dopo un totale di 67 presenze e 19 gol.
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Benché sia promesso sposo del Parma, alla fine per una serie di ragioni – l’opposizione di Ancelotti in particolare – Baggio non si accasa in Emilia e firma così con il Bologna. Quella in rossoblù è una stagione da record per il fantasista, che realizza 22 reti in 30 apparizioni.
Dopo una sola stagione con il Bologna, Baggio torna in una big e firma con l’Inter. Le due stagioni in nerazzurro (59 presenze e 17 gol) sono piuttosto deludenti e regalano al talento di Caldogno davvero poche gioie.
Nel 2001 Baggio decide di tornare in provincia e firma con il Brescia – su spinta di Mazzone -, dopo aver sfiorato il passaggio alla Reggina. Con le Rondinelle Baggio vive una seconda giovinezza e, malgrado qualche infortunio di troppo, trascina i lombardi verso tre salvezze tranquille e raggiunge alcuni traguardi importanti (300° gol in carriera, 200° in A).
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Nazionale:
Il percorso di Baggio con la maglia azzurra è un percorso di amore e odio, di gioie e dolori. L’esordio arriva nel 1988 (Italia-Olanda, il Divin Codino trova subito l’assist), mentre la prima marcatura arriva un anno più tardi (Italia-Uruguay 1-1). Protagonista nelle Notti Magiche – memorabile il gol alla Cecoslovacchia -, Baggio vive il momento migliore della carriera ai Mondiali americani del 1994. I problemi fisici e i contrasti con Sacchi ne limitano l’impatto nei gironi, ma dagli ottavi in poi (Nigeria, Spagna, Bulgaria) Baggio si traveste da fenomeno e trascina gli azzurri in finale mettendo a segno 5 gol.
Baggio e il rigore sbagliato a USA 94
A Pasadena, però, in una condizione fisica precaria, Baggio non riesce a lasciare il segno e fallisce malamente il calcio di rigore decisivo, regalando così il successo al Brasile. È un momento di cupa tristezza, che finisce per compromettere anche il suo futuro con la Nazionale. Quel rigore lo ricorda così:
L’unico che nella mia vita ho tirato alto e non so perché. Ancora non me lo perdono: ho passato sere a sognare che lo buttavo dentro, ma quel giorno avrebbero potuto uccidermi e non avrei sentito niente
Disputa senza acuti i Mondiali del ’98, mentre viene escluso da Euro 2000 e dai mondiali asiatici del 2002. Saluta la maglia azzurra il 28 aprile 2004 (Italia-Spagna, amichevole tributo). La sua esperienza con la Nazionale si chiude con 56 presenze e 27 reti.
LA CARRIERA DI BAGGIO CON LE FIGURINE PANINI
Roberto Baggio oggi
Dopo il ritiro dal calcio giocato, nel 2010, viene nominato Presidente del settore tecnico della FIGC, ma dopo tre anni si dimette per la scarsa manovra d’azione riconosciutagli. “Non ci tengo alle poltrone. Il mio programma di 900 pagine, presentato a novembre 2011, è rimasto lettera morta, e ne traggo le conseguenze”, disse.
Oggi Roberto Baggio vive una vita bucolica, lontano dal calcio e dai riflettori. Risiede ad Altavilla Vicentina, immerso nella natura con la moglie Andreina Fabbi e i tre figli.
“Spacco la legna, uso il trattore e la sera sono così stanco che mi gira la testa. Totti non voleva smettere, io non vedevo l’ora. Lasciare il calcio mi ha ridato vita e ossigeno, stavo soffocando, troppo male, dolore fisico, quando da Brescia rientravo a casa, non riuscivo ad uscire dall’auto, chiamavo Andreina, mia moglie, che mi aiutava ad aggrapparmi al tetto e poi a far passare il corpo", ha dichiarato Baggio a Venerdì, intervistato da Emanuela Audisio
Curiosità:
LA FEDE BUDDISTA
In seguito ai primi brutti infortuni della carriera, nel 1988 si converte al buddhismo. Nel 2014 ha inaugurato a Corsico il principale centro culturale buddista di tutta Europa.
L'AUTOBIOGRAFIA DI ROBERTO BAGGIO
Nel 2001 ha pubblicato un’autobiografia, Una porta nel cielo, in cui ripercorre i momenti essenziali della sua carriera rivelando curiosi aneddoti.
FILM NETFLIX SU ROBERTO BAGGIO
Su Netflix il 2023 è uscito “Il Divin Codino”, un film biografico che racconta la sua carriera da calciatore. “Le difficoltà che tutti possono incontrare nella loro vita, ho voluto mettere in risalto questo nel film - racconta Roberto Baggio a proposito del documentario Netflix-. Non ci dobbiamo arrendere, dobbiamo andare avanti e che dobbiamo avere, al di là di tutto, un grande amore verso i nostri genitori. Dare tutto, non avere rimpianti ed essere soddisfatti del percorso che abbiamo fatto”.
QUANTI PALLONI D'ORO HA VINTO BAGGIO
Uno, nel 1993 (quando vestiva la maglia della Juventus). Il 28 dicembre 1993 diventa il terzo giocatore italiano di sempre a vincere il Pallone d'Oro, dopo Gianni Rivera e Paolo Rossi.
RECORD 'MONDIALE'
Con 9 gol ai Mondiali è il miglior realizzatore della nazionale italiana (a pari merito con Paolo Rossi e Christian Vieri).
CUORE D'ORO
Nel 2010 gli fu assegnato il Peace Summit Award 2010, riconoscimento riservato alle personalità più impegnate verso i bisognosi.
BAGGIO NEI CARTONI ANIMATI
Roberto Baggio è stato l’unico calciatore italiano a comparire in un episodio di Holly e Benji.
MUSICA E CANZONI SU BAGGIO
Di lui si parla in tante canzoni: tra queste, Marmellata #25 di Cesare Cremonini ("Ah, da quando Baggio non gioca più..")
VIDEO - CREMONINI CANTA, BAGGIO SI COMMUOVE
e a lui è stata dedicata una canzone. Ecco la canzone dei Lara:
Roberto Baggio e i rapporti con gli allenatori
L'attacco ad Arrigo Sacchi: “Non mi portò agli Europei del 1996 per dimostrare che gli schemi sono più importanti dei giocatori: non è arrivato ai quarti di finale..".
Baggio salva solo Mazzone: “Non ce l’ho con gli allenatori, credo che una certa gelosia da parte loro ci sarà sempre, noi abbiamo i piedi, loro la lavagna. L’unico con cui mi sono trovato bene è stato Carletto Mazzone, perché era un uomo libero e realizzato, non si metteva in competizione con i giocatori"
L'addio a Firenze e quel rigore con la Juventus
E' stato lo stesso Roberto Baggio a raccontare l'addio alla Fiorentina e le reali motivazioni che lo hanno portato lontano dalla squadra viola, squadra che ha amato profondamente. Svelato anche un particolare retroscena su Cecchi Gori e sul rigore che - da giocatore della Juventus - non volle battere contro la Fiorentina:
“Sono riconoscente a Firenze perché quando ero rotto mi ha aspettato due anni, anzi tre. Io non volevo lasciare la Fiorentina, avevo 23 anni, stavo comprando casa, mi ero spostato, aspettavamo una bambina, ma ho scoperto che i proprietari uscenti, i Pontello, mentivano, mi avevano già ceduto agli Agnelli. Sono andato due volte a Roma a parlare con Cecchi Gori e la seconda lui mi dice: se non vai alla Juve non mi fanno comprare la società. E così sono passato per mercenario. Hanno scritto che non avevo carattere perché a Firenze con la Juve mi sono rifiutato di battere un rigore contro la Fiorentina, ma ero già d’accordo con il mio allenatore Maifredi che se ne sarebbe occupato De Agostini, perché il portiere era Mareggini con cui mi ero allenato per anni e che mi conosceva benissimo”.
Dicono di lui:
Alcuni calciatori hanno costruito una fetta importante della storia contemporanea. I miracoli di uno come Baggio non hanno niente da invidiare alle performance di Marlon Brando. (Pietro Sermonti)
Era puntuale, serio e la domenica mi faceva vincere. C'era un patto con lui. Non mi piaceva che quando si andava in trasferta i tifosi invadevano l'albergo e lui non aveva un attimo di respiro. Un giorno gli dissi "Quando sei stanco di firmare autografi, ti tocchi la testa e io intervengo". Ma lui non si toccava mai la testa e allora sbottai "Aho, ma non ce l'hai una testa?". Lui mi rispose "Mister, come posso deludere gente che ha fatto centinaia di chilometri per incontrarmi?" (Carlo Mazzone)
Roby è stato il calciatore italiano che più si è avvicinato al genio di Maradona. (Gabriele Oriali)
Baggio è un mio mito, un campione indiscusso, di cui ho avuto modo di ammirare l'eleganza e la fantasia, oltre agli aspetti umani. Una persona mai sopra le righe, che ha sempre rispettato tutti e che ha rappresentato un grande valore educativo per il nostro calcio. (Rita Guarino)
"Ho avuto la fortuna di veder giocare Meazza e ho pensato a lui quando ho visto Baggio" (Gianni Brera)
Ipse dixit:
Il calcio è stata la mia passione da sempre. Mi portavo il pallone al bagno, per giocare. Da piccolo avevo un sogno ricorrente. Immaginavo di giocare la finale di un Mondiale con il Brasile. Io sono uno di quegli esseri umani fortunati che può dire di aver realizzato un sogno. Ho sofferto tanto, ho stretto i denti, ho pianto e avuto paura. Ma poi quel giorno è arrivato.
L'atteggiamento di fondo della mia vita è stata la passione. Per realizzare i miei sogni ho agito sempre spinto solo dalla passione. La passione muove ogni cosa, è una forza davvero straordinaria.
Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole. La prima è passione. Non c'è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete. La seconda è gioia. Quello che rende una vita riuscita è gioire di quello che si fa. Ricordo la gioia nel volto stanco di mio padre e nel sorriso di mia madre nel metterci tutti e dieci, la sera, intorno ad una tavola apparecchiata. È proprio dalla gioia che nasce quella sensazione di completezza di chi sta vivendo pienamente la propria vita. La terza è coraggio. È fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti sapendo di aver dato tutto, di aver fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità. Guardate al futuro e avanzate. La quarta è successo. Se seguite gioia e passione, allora si può parlare anche del successo, di questa parola che sembra essere rimasta l'unico valore nella nostra società. Ma cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita ciò che si è, nel modo migliore. E questo vale sia per il calciatore, il falegname, l'agricoltore o il fornaio. La quinta è sacrificio. Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere e convivo con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l'essenza della vita, la porta per capirne il significato. La giovinezza è il tempo della costruzione, per questo dovete allenarvi bene adesso. Da ciò dipenderà il vostro futuro. Per questo gli anni che state vivendo sono così importanti. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un'illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni la realtà.
Cosa e quanto ha vinto Roberto Baggio in carriera
Questo il suo palmares personale e di squadra
1x The Best FIFA Men's Player (1993, Italia)
1x Vincitore Pallone d'Oro (1993, Juventus)
2x Campione d'Italia (Juventus, 1995/96, Milan 1994/95 )
1x Vincitore Coppa Uefa (Juventus, 1992/93)
1x Vincitore Coppa Italia (Juventus, 1994/95)
Di Domenico Abbondandolo e Matteo Ronchetti