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Milan-Como, la Curva lariana protesta: “Vi siete dimenticati che il calcio nasce dalla gente”

Milan-Como, la Curva lariana protesta: “Vi siete dimenticati che il calcio nasce dalla gente” - immagine 1
Continuano le polemiche legate a Milan-Como, gara di Serie A che verrà disputata a Perth, in Australia: le parole degli ultras lariani
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Continuano le polemiche legate a Milan-Como, gara di Serie A che verrà disputata a Perth, in Australia. Pochi giorni fa, la società lariana aveva fatto uscire un comunicato in merito, dove sosteneva di voler ridare la giusta importanza al calcio italiano con questa 'trasferta'. Il comunicato, però, non è stato ben preso dagli ultras del Como che, a loro volta, hanno voluto fare un appello alla società. Ecco, di seguito, il comunicato della curva:

Milan-Como a Perth: la Curva lariana contro la società

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“Abbiamo letto in silenzio, con rispetto, le parole della società. Davanti a certi messaggi però questo silenzio non può continuare. Adesso parliamo noi! Carissimo Presidente e Società, ora conosciamo la vostra posizione riguardo alla partita Milan-Como che si giocherà a Perth. Parole eleganti, grandi discorsi sul “bene comune”, sulla “crescita” e sul “sacrificio necessario”. Bene, allora parliamone. Prima di tutto, grazie.


Grazie per l’ambizione, per il lavoro che state facendo per dare visibilità al Como, per la voglia di far crescere il nome della nostra città. Siamo i primi a essere orgogliosi quando la nostra maglia arriva lontano. Ma c’è un piccolo dettaglio che pare vi sia sfuggito: il Como senza sua gente non è il Como. Parlate di sacrificio come se fosse un concetto astratto, una parola da mettere in un comunicato.

Per noi, invece, il sacrificio è la vita quotidiana. È chi lavora tutta la settimana e la domenica si fa centinaia di chilometri per esserci. È chi si paga tutto di tasca propria, senza chiedere niente a nessuno. È chi c’era in Serie D, nei campi che nemmeno il navigatore trovava, e ci sarà sempre, ovunque giochi questa maglia.

Allora no, non venite a spiegarci cosa vuol dire “sacrificio per il bene comune”. Perché il bene del Como lo teniamo in piedi noi, ogni volta che entriamo in curva, che alziamo una sciarpa, che cantiamo anche quando perdiamo. E non ci sembra molto rispettoso sentirci dire che dovremmo “sacrificarci ancora” per una partita a 14.000 chilometri da casa.

Forse qualcuno si è dimenticato che il calcio nasce dalla gente, non dalle strategie di marketing. Che senza tifosi, senza passione vera, non c’è crescita, non c’è futuro, non c’è nemmeno una “lega” da salvare. La nostra fede non viaggia in business class. Resta qui, sugli spalti, tra la pioggia e il freddo, tra cori e bandiere. Resta a Como, dove batte davvero il cuore di questa squadra. Con rispetto, ma con fermezza, lo diciamo in chiaro: non accettiamo lezioni di sacrificio da chi non ha mai vissuto il nostro.

Dimostrate un po’ di orgoglio, rispetto e dignità, non accettare questo “invito”. Una passione non può essere comprata, non ha prezzo vedere la tua curva cantare e spingere la squadra verso la vittoria. Esortiamo chiunque a non essere complici di questa pagliacciata, non siate dei burattini”.