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Come scrive Bucciantini, "Allegri ha abbassato il bersaglio: non ha parlato alla testa di Leao. Ha mirato una zona meno identificabile, dove sta l’orgoglio: questo è il Milan, trovati il posto, e forse ha cercato la pancia, le viscere, quel profondo dove a volte i discorsi non entrano ma i fatti sì". Non gli viene chiesto di essere solo bello, ma di essere decisivo anche in modo diverso: con un tiro da fuori, con un rigore. Con due gol "non suoi". Certo, si tratta di mezz’ora ben giocata dopo un’ora abbondante di ombre, ma qualcosa si muove. Allegri ha deciso di mettere fine all’equivoco: non basta più un Leao indispensabile ma alterno. Serve un Leao continuo, completo e coinvolto anche nella fatica: è arrivato il momento di diventare il campione che tutti aspettano.
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