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Milan, la riflessione di Bucciantini: Allegri ha voluto arrivare all’orgoglio di Leao

Leao, il momento di diventare grandi è qui e ora: la mossa di Allegri
La firma della Gazzetta dello Sport, Marco Bucciantini, dedica il suo editoriale a Rafael Leao. Secondo il giornalista, il rigore segnato con la Fiorentina vale più di un semplice gol: "La rivoluzione comincia così".
Redazione

In una notte che ha riportato il Milan in vetta alla classifica, c'è stato un momento che ha fatto più rumore del fischio finale: il rigore calciato da Rafael Leao. Nessuno se lo aspettava, pochi ci avevano pensato, forse solo uno: Massimiliano Allegri. È stato lui, racconta Marco Bucciantini sulla Gazzetta dello Sport, a lanciare un ordine mascherato da fiducia: "tiralo tu". Un gesto semplice, quasi silenzioso, ma pesante come un’investitura. Allegri non ha guardato il tiro, come da suo vecchio rituale, ma in quel gesto c’era una precisa intenzione: scuotere Leao, parlare al suo orgoglio più che alla testa.

Fino a quel momento, nessun rigore calciato nei campionati dal numero dieci portoghese: zero tentativi in 238 partite tra Portogallo, Francia e Italia. Qualcosa che nemmeno i tifosi, nel “magazzino della memoria”, riescono a pescare. Quel pallone sul dischetto, custodito da Fofana in attesa, sembrava quasi fuori posto. Ma era il segnale giusto, al momento opportuno per Rafa di diventare grande. Allegri sta provando a riscrivere il ruolo e il senso stesso della presenza di Leao in questo Milan. Non basta più l’ala veloce e imprendibile sulla fascia sinistra, che spacca le partite a intermittenza. Il tecnico toscano ha costruito una squadra dove il talento è organizzato, dove Pulisic si muove con libertà, con il sottovalutato Saelemaekers che dà equilibrio alla squadra e con Luka Modric comanda la regia del gioco protetto da tre uomini. E in questo meccanismo c’è spazio solo per un Leao che faccia un passo oltre sé stesso.


Come scrive Bucciantini, "Allegri ha abbassato il bersaglio: non ha parlato alla testa di Leao. Ha mirato una zona meno identificabile, dove sta l’orgoglio: questo è il Milan, trovati il posto, e forse ha cercato la pancia, le viscere, quel profondo dove a volte i discorsi non entrano ma i fatti sì". Non gli viene chiesto di essere solo bello, ma di essere decisivo anche in modo diverso: con un tiro da fuori, con un rigore. Con due gol "non suoi". Certo, si tratta di mezz’ora ben giocata dopo un’ora abbondante di ombre, ma qualcosa si muove. Allegri ha deciso di mettere fine all’equivoco: non basta più un Leao indispensabile ma alterno. Serve un Leao continuo, completo e coinvolto anche nella fatica: è arrivato il momento di diventare il campione che tutti aspettano.