Milan, i numeri del calciomercato: gli applausi della 'rosea'
—Lasciando da parte la Premier League, che fa un po' storia a sé, tra i club di Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1, il Milan è terzo come investimenti fatti. Con i suoi 164 milioni di euro, il Diavolo è dietro soltanto ad Atlético Madrid e Bayer Leverkusen. Importanti operazioni in entrata, come i 37 milioni di euro per Nkunku, o i 36 per Ardon Jashari solo per fare alcuni esempi, sono state rese possibili perché i rossoneri hanno venduto molto bene. In particolare, Tijjani Reijnders, Theo Hernández e Malick Thiaw. A queste vanno aggiunte anche le partenze di Emerson Royal, Noah Okafor e altri giocatori non funzionali al progetto.
Senza dimenticare che, in caso di riscatto, l'anno venturo, di Yunus Musah, Álex Jiménez e Samuel Chukwueze, attualmente in prestito ad Atalanta, Bournemouth e Fulham, nelle casse del club di Via Aldo Rossi arriverebbero altri 70 milioni di euro. Una somma che verrebbe reinvestita nella stagione 2026-2027. Per il quotidiano sportivo nazionale, dal calciomercato guidato dal direttore sportivo Igli Tare e in sintonia con l'allenatore Massimiliano Allegri, con l'avallo dell'amministratore delegato Giorgio Furlani, è scaturita una squadra con un centrocampo top.
In Via Aldo Rossi e a Milanello considerano Nkunku un top player
—Ottimo il ritorno di Alexis Saelemaekers, tornato cresciuto e migliorato dopo i prestiti a Bologna e Roma, in ottica futura gli investimenti su Odogu e Zachary Athekame. In Via Aldo Rossi e a Milanello, poi, considerando Nkunku, investimento più oneroso dell'intera Serie A, un top player reduce da un anno al di sotto del suo standard al Chelsea. Ma che era nel mirino — anche questa estate — di diverse società che partecipano alla prossima Champions League. Come l'Inter.
Il monte stipendi è aumentato del 10%, segno che il Milan vuole investire nel progetto sportivo. E adesso, oltretutto, il club non ha più contratti che avrebbe dovuto rinnovare in fretta come quelli di Theo Hernández e Thiaw. Bensì vincoli più lunghi con giocatori che possono fare in rossonero una carriera importante. La convinzione della dirigenza, insomma, è di aver fatto il massimo possibile. Ora la palla passa al campo.
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