Krzysztof Piątek, in un'intervista a 'Flashscore', ha ricordato del suo esordio in un Milan-Napoli di Coppa Italia e non solo ...
Vi ricordate l'esordio in rossonero di Krzysztof Piątek? Era il 29 gennaio 2019. L'attaccante polacco, appena arrivato dal Genoa, fece il suo esordio in un Milan-Napoli di Coppa Italia e, con una bellissima doppietta, regalò ai rossoneri il passaggio del turno. Purtroppo, il prosieguo della sua carriera al Milan non fu così glorioso. In ogni caso, Piatek ha ricordato il suo esordio e tutto il suo periodo a Milano all'interno di un'intervista a 'Flashscore'. Di seguito, si riportano le sue parole.
Piatek ricorda del suo periodo al Milan
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Domenica sera il Milan gioca contro il Napoli, le ricorda qualcosa? "Certo! Quella bella partita disputata in Coppa Italia, dove ho segnato due gol, vittoria 2-0. Spero che anche questa volta finisca allo stesso modo."
L’inizio della sua avventura a Milano è stato straordinario, la fine invece un po’ amara. Come la ricorda oggi? "Sicuramente solo in modo positivo, perché è un club da sogno. Sono sempre stato tifoso del Milan, e poter indossare la loro maglia e giocare a San Siro è stato un sogno fin da bambino, e avrò sempre ricordi bellissimi di quel periodo, mai negativi, anche se ci sono stati dei momenti negativi, alla fine, ricorderò sempre quel periodo come il migliore della mia carriera perché ho giocato nel club che volevo fin da piccolo e non posso parlarne male. Certo, la fine poteva andare diversamente, forse avrei potuto reagire meglio, perché ero giovane e non avevo molta esperienza. Anche il club poteva fare scelte diverse; è andata così. È il passato, e posso solo parlare bene del Milan perché è un grande club".
Quell’anno hanno speso 70 milioni di euro per te e Paquetá. Pensa che non si siano avute pazienza e fiducia nei suoi confronti? "È un club così grande che bisogna ottenere risultati subito, bisogna fare bene subito, perché in qualsiasi momento possono sostituirti e prendere altri due giocatori per altri 70 milioni. Non è mai stato un problema per loro, e la pressione è enorme perché è uno dei club più grandi al mondo; è la verità. Come dico, forse avrei potuto reagire diversamente, alla fine la pressione era così alta che potevo bruciarmi, oppure il club poteva gestirla meglio. Comunque, è andata così. Io e Paquetá sicuramente non rimpiangiamo la scelta perché abbiamo giocato in un grande club. Come si vede, continuano ad avere problemi con l’attaccante; cambiano spesso e non trovano uno che giochi e segni per 5-6 anni. Perché non è facile".