© RIPRODUZIONE RISERVATA
- Calciomercato
- News economiche Milan
- Redazione
Nils Liedholm, scomparso nel 2007 (credits: GETTY Images)
In vista di Milan-Roma, 'La Gazzetta dello Sport' ha intervistato il figlio del leggendario Nils Liedholm che ha lasciato un segno indelebile in entrambe le squadre. Ecco le parole di Carlo Liedholm: "Le due squadre, le due città, i due grandi e veri amori del papà, pieni di storie di calcio, scudetti, battute, gol e gioie. Qualche volta esagerava, si divertiva, ma c’era sempre un fondo di verità. Gli piaceva molto parlare di calcio, del Milan e della Roma, dei suoi giocatori, del suo mondo, dei suoi esordi".
Sui racconti sul Milan: "Tante cose, tanti episodi. Soprattutto la scoperta di Milano. Era arrivato in treno, sei mesi dopo Nordahl. Alla Centrale ad aspettare Gunnar c’erano più di cinquemila tifosi. Le autorità, diceva, erano preoccupate: chissà cosa succederà con Liedholm? E allora per evitare che si bloccasse la stazione, lo hanno fatto arrivare in ritardo. Il Milan quella volta aveva comunicato un orario sbagliato. Poi è andato in Piazza Duomo perché, diceva, quella era la loro piazza, la piazza del Gre-No-Li. Portava fortuna. Tutte le volte che tornavano da un viaggio in Svezia, andavano al Duomo. Milano gli piaceva molto. I monumenti, i palazzi, le strade, l’Arena, San Siro, Milanello. Mi portava spesso al centro sportivo".
Milan e Roma, chi preferiva Liedholm: "Forse leggermente il Milan. Percentuali? Diciamo 51/49. Il Milan gli ha dato molto. Ha giocato 12 anni con la maglia rossonera, i migliori della sua carriera da calciatore. A Milano è diventato allenatore, ha vinto lo scudetto della stella. Ma Roma, città d’arte piena di profumi, è riuscita ad amarlo di più. Quei fantastici, meravigliosi cinque anni, dal 1979 al 1984, hanno cambiato la sua vita e la storia della squadra".
LEGGI ANCHE: Nkunku, Allegri parla chiaro: "Ci aspettiamo molto". Una possibilità per convincere il Milan>>>
Sul Milan: "Il Milan gli è rimasto dentro. Non quello che ha allenato, ma il “suo” vero Milan, quello del Gre-No-Li, di Schiaffino, di Cesare Maldini. Diceva che la squadra del cuore è quella in cui hai giocato. Ha vinto quattro scudetti, mai espulso, né ammonito. Ma da allenatore rossonero ha conquistato lo scudetto della stella, il decimo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA