Arena di Milano, 18 luglio 1986. Il Milan, tre anni prima, era appena uscito dall’inferno della serie B e si apprestava a ritornare protagonista nella massima serie, dopo esser stata rilevata sull’orlo del fallimento, il 20 febbraio dello stesso anno, da un imprenditore, all’epoca non ancora così famoso, di nome Silvio Berlusconi.
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18 luglio 1986, trent’anni fa al Milan iniziava l’era Berlusconi
La mattina di quel venerdì, Berlusconi scese dal cielo per prendersi tutto e con lui è nato il grande Milan. Trent’anni fa l’inizio, ma a breve potrebbe scriversi la parola fine
Quel venerdì 18 luglio cominciava ufficialmente la nuova stagione dei rossoneri, reduci dal settimo posto ottenuto nella passata stagione. Silvio Berlusconi voleva già pensare in grande, anche nei modi di fare lo si capì fin da subito. Si vociferava già che la presentazione della nuova stagione del Milan sarebbe stata la più spettacolare vista fino a quel momento dal 1899. E infatti fu così. Gli oltre diecimila tifosi rossoneri ammassati nell’Arena milanese videro arrivare dal cielo l’elicottero con a bordo il nuovo patron Berlusconi, con sottofondo la musica della “Cavalcata delle Valchirie”, celebre brano di Wagner. E, ancor tutt’ora, l’allora portiere del Milan Giovanni Galli afferma che quel giorno l’Arena di Milano, più che essere il centro di un raduno calcistico, si era trasformato in una scena di “Apocalypse Now” e il portiere rossonero ci andò quasi vicino, perché da quel giorno la storia del Milan è diventata una lunga epopea di successi e di battaglie vinte sul campo, sempre e solo sul campo.
Il nuovo Milan di Berlusconi, quell’anno, non si poteva considerare a tutti gli effetti il Milan degli Invincibili che fu negli anni successivi, ma i 20 miliardi investiti per portare in rossonero gente come Galli, Donadoni e Massaro rendevano l’idea di quanto il nuovo patron Berlusconi volesse intraprendere già dal primo anno un certo tipo di discorso, un progetto vincente negli anni avvenire ha pagato in pieno tutte le scelte fatte in precedenza. E la risposta dei tifosi non si fece attendere, con i quasi 45mila abbonamenti venduti ai botteghini per assistere alla rinascita del Milan targato Silvio Berlusconi tra le mura di San Siro. Con lui, il suo fido Adriano Galliani, diventato di lì a poco uno dei più grandi dirigenti mai esistiti nel mondo del calcio, e Nils Liedholm, l’allenatore che nella stessa stagione fu esonerato alla 24° giornata, per cedere il posto alla prima era Capello, durata solo una decina di giornate di campionato. Il Milan arrivò quinto nel primo anno di Berlusconi, ma dalla seconda stagione iniziò la lunga scia di successi, partita con l’undicesimo scudetto fino ad arrivare alle cinque Coppe dei Campioni vinte (ma chiamatele pure Champions League).
Quel 18 luglio 1986 verrà ricordato come lo sbarco di Berlusconi nel calcio, un elicottero che fece atterrare il futuro Presidente più vincente della storia del calcio mondiale con 28 trofei vinti in 30 anni: fenomenale. Ma dopo 30 anni di successi, per Berlusconi è giunta l’ora di congedarsi dal Milan. 30 anni dopo, per uno strano scherzo del destino che fin d’allora ha caratterizzato quello che è stato il grande Milan di Silvio Berlusconi.
Ruggiero Daluiso
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