Le due squadre arrivano a questo crocevia divise da un solo punto in classifica, a nostro favore: Milan 12, Juventus 11. Dopo una partenza scintillante, tre vittorie su tre impreziosite dal 4-3 sull'Inter, i bianconeri hanno frenato nelle ultime due uscite: doppio 1-1 contro Hellas Verona e Atalanta, di certo due impegni non semplici, inseriti in un calendario infittito dagli appuntamenti di Champions League (4-4 contro il Borussia Dortmund e 2-2 recente con il Villarreal).
JUVENTUS DIFFICILE DA BATTERE
—La Juventus in questo inizio di stagione è tuttora imbattuta, 3 vittorie e 4 pareggi in 7 uscite, e, analogamente a quanto accaduto nell'abbrivio della stagione passata, si dimostra una formazione molto difficile da battere. Nel 2024/25 con Thiago Motta in panchina, prima dell'avvicendamento con Tudor a fine marzo, la prima sconfitta assoluta arrivò a fine ottobre dopo 11 partite, la prima in Serie A addirittura alla 22ª contro il Napoli (25 gennaio). Non sempre brillante, non sempre efficace, probabilmente ancora alla ricerca della propria identità riconoscibile di gioco, ma tostissima da superare, non molla mai. E, come detto, la tendenza è confermata in questa stagione, in cui la squadra bianconera sta oltretutto trovando una scioltezza offensiva molto interessante, che l'anno scorso era mancata.
I piemontesi segnano molto, e lo hanno fatto in tutte le partite giocate fin qui: 15 gol in 7 partite, media superiore a 2, con i picchi delle settimane scorse contro Inter e Borussia Dortmund. E, soprattutto, segna tanto nei finali di partita: 7 gol stagionali su 15 sono arrivati tra il 76 e il 90. La vena realizzativa ritrovata da Vlahović (4 reti stagionali) oltre al massiccio restyling del pacchetto offensivo, che ha portato a Torino Jonathan David, Loïs Openda ed Eden Zhegrova. Ma anche l'apporto dei difensori: hanno già trovato la via della rete Kelly (2 volte), Gatti e Cabal. Allo stesso tempo, però, i bianconeri in questo primo mese e mezzo hanno anche concesso più gol del previsto: 11 in 15 partite (5 in Serie A, 6 in UCL).
YILDIZ, CONCEIÇÃO E ZHEGROVA: I GAME-CHANGERS
—Il 3-4-2-1 adottato finora da Tudor, con l'unica eccezione del 3-5-1-1 di partenza contro l'Inter (poi rivelatosi funzionale), si poggia molto sulla fantasia dei suoi trequartisti. I tre citati nel titolo hanno caratteristiche in grado di spaccare ogni partita e sanno inventare con il pallone tra i piedi. Il turco classe 2005 non sembra sentire il peso della maglia numero 10, e ha iniziato molto bene questo 2025/26, segnando sia in Champions League sia in Serie A. Una continuità a cui si legano molto le sorti offensive dei bianconeri, che però stanno ottenendo un gran contributo da Conceição, in gol recentemente contro Verona e Villarreal. Proprio l'ingresso del portoghese, nell'ultimo impegno al Estadio de la Cerámica in Champions League, ha dato ai bianconeri i guizzi e la fantasia per ribaltare momentaneamente la partita, da 1-0 a 1-2.
Questo a testimoniare che la Juventus ha molte carte da pescare nel mazzo, per cambiare in corsa tanto l'assetto quanto l'approccio ai 90'. Un esempio è anche Eden Zhegrova, a riposo contro il Villarreal (così come Bremer, Di Gregorio e Thuram), che sta recuperando la migliore condizione ed è finora sempre subentrato dalla panchina, dimostrando di avere colpi giusti da sfoderare nelle situazioni di partita bloccate. Senza dimenticare altri due elementi come Loïs Openda, capace di giocare tanto in appoggio quanto come punta, e Vasilije Adžić, decisivo dalla panchina con il gol del 4-3 contro l'Inter. Davanti la staffetta dei sempre insidiosi David e Vlahović.
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