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PM – Da Highbury all’Emirates: alla scoperta del gioiellino dell’Arsenal

Emirates Stadium (credits: GETTY images)

Pianetamilan.it vi porta alla scoperta dell'Arsenal Stadium, tra foto, video e numeri: un focus sul gioiellino dei Gunners che frutta milioni di sterline

Luca Fazzini

Metropolitana ‘Piccadilly’, fermata Arsenal. Un nome che aiuta già ad immergersi nel clima. Raggiungibile in maniera comoda e semplice, attraverso la Tube e un percorso pedonale al seguito di una riqualificazione del quartiere: appare così - al centro del quartiere di Highbury - l’Emirates Stadium, gioiellino del calcio inglese e non solo, casa dei Gunners dal 2006. Già, Highbury: un nome che profuma di leggenda per i tifosi inglesi, storico stadio da 36.000 posti abbandonato nel 2006. Una struttura storica, che il club non ha voluto disperdere in toto. Il vecchio impianto, infatti, è stato riqualificato, con la nascita di 680 appartamenti residenziali di lusso che hanno mantenuto, in parte, la struttura dello stadio precedente. All’esterno, infatti, campeggia ancora la scritta ‘Arsenal Stadium’ ed è facilmente intuibile la struttura delle tribune. All’interno, invece, l’enorme giardino conserva ancora le misure del campo da gioco calcato da Henry e soci. Grazie a questo business, l’Arsenal ha potuto incassare ben 100 milioni di sterline.

Con questo focus, però, Pianetamilan.it vi porta alla scoperta dell’Emirates Stadium, cercando di capire il peso specifico che questo gioiello architettonico e sportivo assume all’interno della realtà londinese e dei conti economici delle casse dell’Arsenal. Il progetto, risalente al 2000, ha visto i lavori iniziare nel febbraio 2004 e terminare ad ottobre 2006. Il costo è stato di 390 milioni di sterline (500 se si considera anche il progetto), ovvero intorno ai 440 milioni di euro. Costruito unicamente con un debito bancario privato da 310 milioni di euro (fino al 2031), lo stadio ha ceduto - sin dal primo giorno - i naming rights allo sponsor Emirates, già presente sulle maglie da gioco: un accordo fino al 2021 che, come vi abbiamo spiegato nel nostro focus sui conti dei Gunners, ha portato nelle casse inglesi 120 milioni di sterline. A sua volta, tuttavia, l’Emirates produce ricavi in maniera esponenziale: se nell’ultima stagione ad Highbury i Gunners avevano avuto profitti per 63,8 milioni di sterline, la prima stagione nel nuovo impianto ha fruttato 124, 6 milioni. Il tutto grazie ad un impianto all’avanguardia, preso d’assalto ogni week-end: difficile, infatti, non vedere l’Emirates pieno, come dimostrano i 44.000 abbonati (su un totale di 60.000 spettatori) e un ricavo annuo di circa 110 milioni di sterline nei suli match-day. Significativo è il fatto che la partita con meno spettatori sia stata la gara contro lo Shrewsbury Town nel terzo turno della Curling Cup, con 46.539 spettatori. All’interno delle sue offerte, l’Emirates gode anche di un tour e un museo che ripercorre - attraverso cimeli e immagini storiche - la storia dei Gunners: una volta al giorno, inoltre, è possibile essere accompagnati in questa esperienza da una leggenda come Lee Dixon.

Oltre all’efficenza sportiva, non bisogna dimenticare la modernità dell’impianto, come dimostra l’accordo firmato nel 2016 con Octopus Energy per far sì che lo stadio venga alimentato da energia solare. Il campo presenta un sistema canalizzato sotto vuoto e con aria sotto pressione, che permette di dare ossigeno per favorire la crescita naturale dell’erba e di aspirare l’acqua in caso di precipitazioni. Insomma, una struttura all’avanguardia, che nella sua storia ha ospitato anche concerti come Coldplay, Green day e Bruce Springsteen. ‘Born to run’ cantava quest’ultimo: l’Emirates Stadium sembra essere nato proprio per far correre, soprattutto economicamente, l’Arsenal.

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