Sandro Tonali, centrocampista del Newcastle ed ex mediano del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ad 'U', il mensile del quotidiano 'la Repubblica', nell'edizione pubblicata questa mattina, raccontandosi a 360° dalla squalifica per scommesse, alla nuova vita, fino alla chiamata di Paolo Maldini. Ecco, dunque, tutte le sue parole.
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Ora si sente un modello? «Un ludopatico non ne parla, ma se si sblocca poi riesce a impegnarsi. Parlare è la cosa più difficile. Non riuscirai mai a farti vedere come un perdente, ma l’unico vero aiuto è aprirsi».
Ripensa spesso al passato? «Mi è capitato di pensare a quando potevo andare all’Inter. Non l’ho mai accettato: non perché non sia una squadra forte, ma non mi reputavo felice al 100%. Ogni giorno se ne parlava. Sentivo il mio procuratore e i dubbi erano grandi. La montagna che non volevo scavalcare. La chiamata di Paolo Maldini ha cambiato tutto, mi ha fatto felice e ho detto: “O vado al Milan o resto al Brescia”. Me l’ha trasmesso mio papà, questo legame col Milan. Facevo colazione con la tazza rossonera di Gattuso e quando si è rotta ho costretto mia mamma a sistemarla pezzettino per pezzettino. Quando il trasferimento si è concretizzato, ho chiesto a Rino il permesso di indossare la sua n° 8».
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