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Milan, l'opinione: "Rafa Leao come Henry, ecco perché" - (Foto GettyImages) - pianetamilan.it
Ci sono pochi giocatori che fanno più parlare di Rafa Leao, talento portoghese classe 1999 del Milan, destinato per sempre a dividere, tra chi non lo considera un campione, chi invece lo ama alla follia e chi, addirittura, rivede in lui Thierry Henry, fenomeno dei primi anni 2000. Il primo a fare questo paragone, qualcuno si ricorderà, era stato proprio Stefano Pioli, che mentre era l'allenatore del Milan in conferenza disse che il portoghese glielo ricordava. Era ben prima che Rafa Leao "esplodesse" calcisticamente. Ora, però, Massimiliano Allegri studia per lui un ruolo da centravanti e quindi il paragone torna di moda.
Ne ha parlato Stefano Agresti sulle colonne della Gazzetta di stamattina. Ecco le sue parole: "Se ancora non l’ha fatto, Rafa Leao dovrebbe studiare l’evoluzione tattica di Henry, uno dei più grandi marcatori degli ultimi trent’anni, che si era inizialmente affermato come ala". Ed effettivamente la somiglianza c'è. Forse al portoghese manca qualcosa tecnicamente però.
Eppure basterebbe fare anche un po' meno di Henry, che ha segnato oltre 400 gol. Anche se, all'inizio, di lui si dicevano le stesse cose: "Correva e dribblava tanto, accendeva il suo talento con discontinuità, segnava poco. Già, sembra di sentir raccontare di Leao - continua Agresti - Quando la Juve acquistò Henry, prima Marcello Lippi e poi Carlo Ancelotti lo utilizzarono da ala. Nessuno lo immaginava lontano dalla linea laterale, sembrava un calciatore costruito per giocare con i piedi sulla riga bianca. Impiegato in quel modo, Henry fallì. E fu spedito subito all’Arsenal, dove incontrò Arsene Wenger, l’allenatore che avrebbe cambiato la sua storia. Spostandolo sempre più vicino alla porta".
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Allegri come Wenger quindi. L'operazione è possibile. C'è solo una cosa, secondo Agresti, imprescindibile affinché si arrivi al successo: "Che Rafa Leao creda fortemente in ciò che fa". Nei prossimi mesi avremo una risposta.
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