E alla fine rivoluzione fu. Il Milan si affaccia alla nuova stagione dopo un'annata a dir poco fallimentare. Ottavo posto in campionato, precoce eliminazione dalla Champions League, sconfitta in finale di Coppa Italia e ultimo, ma non per importanza, l'esclusione da ogni coppa europea. A seguito di tali risultati, il Diavolo non poteva non affidarsi a una guida esperta e, soprattutto, brava a muoversi in un'ambiente che vede, ancora, diversi problemi. Gli arrivi di Massimiliano Allegri e Igli Tare guidano così una rivoluzione forse tardiva ma assolutamente necessaria.


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Milan, la rivoluzione è realtà: Allegri, Tare e gli obiettivi per la ricostruzione
Allegri e Tare per la ricostruzione. Il Milan vive una rivoluzione totale: gli obiettivi
—La dolorosa cessione di Tijjani Reijnders e i tanti dubbi sul futuro di Theo Hernandez e anche altri rossoneri indicano un percorso ormai chiaro: c'è da cambiare tutto, o quasi. Difatti, l'unico vero giocatore incedibile sembra essere Rafael Leao e, dietro e attorno a lui, sarà costruita una nuova squadra. In campo, così come in dirigenza, serve esperienza ed ecco dunque avvicinarsi il momento di Luka Modric. Il campione croato, però, sarà probabilmente affiancato da un altro "veterano" e si fa sempre più insistente il nome di Granit Xhaka. Ai due, si aggiungerà anche un elemento giovane e di prospettiva, con i rossoneri in pressing su Ardon Jashari, di proprietà del Club Brugge.
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In difesa si farà affidamento al mantra caro ad Adriano Galliani. Se non esce nessuno, non entra nessuno e molto dipenderà dal futuro di Fikayo Tomori e Malick Thiaw. Sulle fasce, però, è previsto un restyling, con entrambe le corsie che troveranno dei nuovi padroni. Su questo proposito, i nomi accostato sono diversi: da Doué a De Cuyper fino a Marc Pubill e Oleksandr Zinchenko.
Infine, in attacco Allegri ha chiesto espressamente un centravanti che possa garantire un bel bottino di gol. In pole ci rimane Dusan Vlahovic, giocatore già allenato dal tecnico livornese ai tempi della Juventus. Per il serbo, però, c'è il nodo ingaggio da sciogliere, dato che con i bianconeri gode di uno stipendio da ben 12 milioni di euro. E le alternative? Vivo il nome di Mateo Retegui, ma attenzione alla situazione di Federico Chiesa che, seppur non essendo una prima punta, potrebbe diventare una golosa occasione.
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