Zvonimir 'Zorro' Boban, ex centrocampista ed ex dirigente del Milan, ha parlato in esclusiva al canale 'YouTube' del giornalista sportivo Andrea Longoni, 'Milan Hello'. Vi riportiamo qui di seguito il video della sua intervista e la trascrizione integrale delle sue dichiarazioni.
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Sulla cacciata di Maldini. "Una pagina vergognosa, fatta in maniera vergognosa. Indecente, inaccettabile e potrei dire altre mille cose brutte. Soprattutto inspiegabile anche per loro. Per loro Paolo rappresentava l'ultimo ostacolo per fare quello che volevano. E tanto ha inciso il fatto di Tonali, Paolo non l'avrebbe mai lasciato andare. Siamo davanti a 70 milioni di differenza, non so quanti nello specifico. Tanti soldi ma che non dovevano mai venire al Milan perché Tonali non doveva andare via dal Milan. Perché il ragazzo è milanista. Quando li avevamo contattati mi disse che non sarebbe mai andato alla Juventus e all'Inter".
"Paolo e Ricky lo prendono a una cifra super per un giocatore così. Lui al primo anno era irrigidito dall'amore verso il Milan, dal rispetto verso lo stadio e tanti si sono fatti domande. Mio papà mi diceva: 'Ma guarda, ha paura di giocare'. Era vero, ma date le potenzialità necessitava di un anno di rodaggio e di respirare libero. Prima non era libero, era troppo milanista. Lasciare un simbolo così, poi dopo lo scudetto, dopo tutto quello che ha fatto e come l'ha fatto".
Quando ti accorgi che qualcosa non va? "Dall'inizio. Già con Paolo quella volta a casa quando mi hanno raccontato l'idea di come funziona mi sono detto: 'Allora dobbiamo lottare contro la nostra proprietà per il bene del Milan'. E Paolo mi fa: 'Più o meno'. Non è che non sapessi prima di entrare che certe culture o certe non culture non sarebbero state un problema per noi nel nostro lavoro. L'ho accettata come una sfida molto grande, per me è finita presto ma rifarei tutto perché andava fatto. Già ad agosto mi hanno tolto il potere di firma senza dirmelo, stranamente".
"A tutti quelli che vogliono sapere come sono andate le cose dico, leggete l'intervista di Paolo Maldini a 'La Repubblica': quella è sacrosanta verità. Poi ci sono tanti dettagli brutti, ma non carichiamo la gente di tante piccole storie inutili e di cattiverie ridicole e di paletti messi nella maniera assurda. Ci avevano messo un certo Endrick che non so cosa ne capisce lui di pallone che doveva avallare quello che facevamo come un controllore tecnico. Se pur stando pochi mesi sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Si è dimostrato non col mio lavoro, ma con Paolo e Ricky bravissimi nonostante le difficoltà a creare un grande cammino e poi si è vinto lo scudetto".
"Io avevo firmato un contratto di tre anni e doveva essere: il primo di pulizia, il secondo di stabilità e il terzo di competitività. In tutte le attività del mondo ci vogliono tre anni, figurati in un club come il Milan: è il minimo. Ma loro dopo tre mesi ci hanno quasi delegittimato con una 'imboscata' come l'ha chiamata Paolo. Ma funziona così, il fondo funziona così: se compro a 10 domani deve valere 15, non c'è logica, non è gente di calcio. Non è cattiveria, è che non capiscono di calcio".
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