Così, invece, parla Carbone di lui: "Si capiva subito fosse differente dagli altri. Aveva consapevolezza e rapidità di pensiero. L'ho visto la prima volta in un provino sette contro sette. Faceva tutto con semplicità, era diretto ed efficace. Prendeva decisioni che non erano comuni per la sua età. Lo si capiva da come usava il corpo e riceveva palla. Sono qualità innate. Sapeva già dove posizionarsi in area per arrivare primo".
La pressione su Camarda quindi non manca, ma lui la gestisce al meglio, come ha detto in conferenza qualche giorno fa: "Dicono che sono un predestinato, ma io non mi sento così. Mi concentro solo sul presente, giorno per giorno, e cerco di divertirmi. Do il meglio. Ignoro queste voci perché è il campo a parlare".
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Infine, ecco l'aneddoto che riguarda Paolo Maldini qualche anno fa in allenamento, raccontato da Carbone: "A 16 anni lo chiamammo per giocare un'amichevole con l'U18 del Milan contro la prima squadra. Lo marcava Fikayo Tomori, ma segnò subito. Maldini chiese immediatamente si spegnere le telecamere perché non aveva ancora firmato il contratto da professionista e non voleva che lo notassero. Ha tutte le qualità per diventare un giocatore chiave per il calcio italiano. Deve inseguire il suo sogno e crescerà ancora, ha solo 17 anni".
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