"È stata davvero una sceneggiata deplorevole in cui a spiccare è innanzitutto la maleducazione e il menefreghismo del giocatore, che del Milan è stato capitano per anni. E che in un frangente delicato della vita del club pensa solo al proprio particolare e non al bene comune, cioè all’interesse della squadra. E naturalmente stupisce anche la totale mancanza di autocontrollo dell’allenatore, che in questo sembra essere rimasto ancora giocatore. Di solito i conti (i chiarimenti) si regolano nello spogliatoio, lontano da occhi indiscreti. E possibilmente non a cazzotti ma a parole, il più civilmente possibile".
Milan, Ziliani: "Capello si ricordi di quello che fece lui ..."
—"Non mi aspettavo di leggere sulla Gazzetta questo articolo a firma Fabio Capello perché se c’è un tesserato che dovrebbe stare zitto sul tema questi è Fabio Capello. E se c’è un giornale che dovrebbe saperlo questo è la Gazzetta dello Sport. Non molti lo sanno ma nell’inverno del campionato 1979-80, quello che si concluderà con lo scandalo scommesse che manderà il Milan e la Lazio in Serie B, successe un fatto che Capello e la Gazzetta non dovrebbero certo aver dimenticato".
"Successe infatti, detto papale papale, che Capello - avviato verso i 34 anni e ormai al capolinea della sua carriera -, indispettito per un giudizio negativo espresso sul suo conto dal giornalista della Gazzetta Alberto Cerruti dopo una partita di Coppa Italia contro la Roma (lo potete leggere nel ritaglio de “La Stampa” di allora che qui riporto), tese un agguato al giornalista che quasi quotidianamente raggiungeva per lavoro Milanello. Dopo essersi nascosto, e dopo aver chiesto al compagno Giorgio Morini di fargli da “palo”, attese Alberto Cerruti all’uscita e lo aggredì nel parcheggio. Gettandolo a terra nella neve e colpendolo ripetutamente a calci e a pugni senza che nessuno potesse vedere e intervenire".
"Meglio Conceicao di Capello"
—"E in ogni caso, visto che Capello scrive che “Certo, nel calcio litigi anche duri capitano, sono il primo a esserne consapevole, ma al chiuso dello spogliatoio, non a favore di telecamere”, anche qui mi permetto di dissentire. Tra chi perde le staffe in campo, a caldo, divorato dall’adrenalina e chi pianifica un’aggressione a freddo, addirittura chiedendo l’aiuto a un compare ingaggiato per fargli da “palo”, io preferisco il primo. Meglio Conceiçao di Capello".
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