Arrivato al Milan, poi, Leao ha sempre giocato da esterno. Salvo qualche rara eccezione, tipo quando Stefano Pioli, in un Milan-Spezia dell'ottobre 2020, lo schierò prima punta dopo aver sostituito Lorenzo Colombo. Risultato? Da 0-0 a 3-0, con doppietta di Leao. L'esperimento, però, non ebbe molto seguito. Quando è arrivato in rossonero, Allegri ha deciso di optare per il 3-5-2: un assetto di gioco che non prevede esterni offensivi, ma punte centrali. Il tecnico livornese, sin da subito, ha 'battezzato' come punte del suo modulo Christian Pulisic e lo stesso Leao.
Cresciuto in cattiveria, mentalità, nel rapporto con i compagni
—Il portoghese, per la 'rosea', si è calato bene nella parte, anche se, finora, visto il suo infortunio prima e quello di Pulisic poi, di fatto ha quasi sempre fatto coppia con Santiago Giménez e Christopher Nkunku più che con 'Capitan America'. Ad ogni modo, i numeri di Leao testimoniano il cambio di posizione: meno cross (0,44 a partita contro l’1,62 della scorsa stagione), occasioni create (0,67 contro 1,71) e dribbling riusciti (0,56 contro 1,74), ma più tiri in porta (1,22 contro 0,85), sponde (2,22 contro 0,85) e naturalmente gol (uno ogni 125’ contro l’uno ogni 291’ della scorsa Serie A).
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Vero, ha tirato due rigori, segnati contro Fiorentina e Parma, cosa che negli anni scorsi non faceva. Ma in Leao, oltre che la posizione sul rettangolo verde, è cambiata la mentalità. È più cattivo sotto porta, più maturo in campo e fuori. Sta crescendo la connessione con i compagni. Roba da vero numero 9. E anche se a gennaio il Milan dovesse tornare sul mercato per reperirne un altro ... siamo davvero sicuri che serva?
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