Il giornalista Andrea Distaso ha stilato un lungo ed interessante editoriale sul Milan, all'indomani della sconfitta contro il Bologna
Il giornalista Andrea Distaso ha stilato un lungo ed interessante editoriale sulle colonne di 'calciomercato.com' all'indomani di Bologna-Milan, soffermandosi in particolare sulle parole di Sérgio Conceicao ai microfoni di 'DAZN' e in conferenza stampa. Ecco, dunque, il suo pensiero.
Milan, il giornalista Distaso sorprende su Conceicao: poi svela il vero tallone d'Achille
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"Sergio Conceiçao ha ragione. E, legittimamente, rivendica di essere rispettato per quello che è stato ad oggi il suo lavoro al Milan. E per quello che recita il suo curriculum. Si ribella il tecnico portoghese alla narrazione. Quella secondo la quale, soprattutto in Italia, quando le cose non vanno bene in una squadra le responsabilità debbano essere addebitate principalmente all'allenatore. Il fatto che la consuetudine voglia che a pagare sia (quasi) sempre lui, anche quando una crisi coinvolge gli altri comparti della società, non significa che sia necessariamente giusto così. Conceiçao è troppo navigato come professionista. E troppo esperto come appartenente al mondo del calcio – considerando pure l'importante carriera da giocatore, anche nel nostro Paese. Per non comprendere che, dietro alle continue indiscrezioni sul suo futuro al Milan, si nascondano dei meccanismi. E dei ragionamenti che conducono verso una soluzione che sembra essere stata già presa. A prescindere".
"L'allucinazione collettiva di un impatto emotivo successivo al traumatico addio a Fonseca e all'abiura di gran parte degli acquisti e della progettazione dell'estate, attraverso un mercato invernale mai così movimentato (e caotico) ha lasciato presto spazio alla ricomparsa di quei difetti strutturali nella costruzione della squadra, nei limiti caratteriali congeniti di uno spogliatoio senza personalità e in un'inesperienza a livello manageriale che è oggi il vero tallone d'Achille del Milan a gestione statunitense. Conceiçao ha sbagliato e non poco, soprattutto nella gestione dell'ultimo periodo, sia sotto l'aspetto tattico che caratteriale. Troppo ruvido, troppo poco propenso al compromesso in una situazione tanto precarie quanto quella che ha condotto la società rossonera ad affidarsi a quel tipo di allenatore a metà stagione. Ma, anche col suo probabilissimo addio, non spariranno le lacune e le macerie lasciate da altri".
"Scelta di Conceicao penalizzante per il suo percorso"
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"Che si consumi a breve – magari dopo un ulteriore passaggio a vuoto nel prossimo impegno di Serie A contro la Lazio – o a maggio, ormai poco cambia. Sorge piuttosto un interrogativo, che ci permettiamo di rivolgere direttamente, oggi, al grande accusato. Sul fronte dirigenziale può risultare più chiaro il motivo per il quale, dopo un altro allenatore a tempo come Fonseca, anche a Conceiçao è stato affidato un progetto “a scadenza”. Molto meno ovvia è la ragione per la quale un professionista abbia detto sì ad una proposta di questo tipo".