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Milan, Allegri allenatore e psicologo: lo sfogo di Udine e le richieste ai suoi ragazzi

Daniele Triolo Redattore 
Massimiliano Allegri, allenatore rossonero, era squalificato per Udinese-Milan di sabato scorso. Pertanto, ha seguito la partita da un banchetto nella tribuna stampa del Bluenergy Stadium. Non ha preso benissimo qualche leggerezza dei suoi sullo 0-3

Sabato scorso, al 'Bluenergy Stadium' di Udine, in occasione di Udinese-Milan, l'allenatore dei rossoneri, Massimiliano Allegri, ha scontato un turno di squalifica per via dell'espulsione rimediata la domenica precedente, a 'San Siro', nel finale di partita contro il Bologna.

Udinese-Milan, il lavoro da psicologo di Allegri

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Motivo per cui Allegri ha seguito il suo Milan dalla tribuna stampa dello stadio di Udine. Ciò non vuol dire, però, che il tecnico livornese non abbia preparato la sfida contro i bianconeri di Kosta Runjaić nei minimi dettagli. Anzi. Per 'La Gazzetta dello Sport', Allegri ha 'martellato' i suoi giocatori nello spogliatoio perché non pensassero di essere troppo bravi (anche lui, a quanto pare, aveva sentito qualche complimento di troppo dopo il Bologna ...) e ha poi definito alla stampa Udinese-Milan come uno dei quattro match più importanti del campionato.

Un Allegri, insomma, in versione psicologo prima ancora che allenatore. Ma, per la 'rosea', c'è di più, perché il tecnico ha fatto vedere ai suoi ragazzi come l'Udinese avesse messo in crisi l'Inter a 'San Siro'. Un monito, insomma, per far capire al suo Milan che non si poteva sbagliare niente, a cominciare dall'approccio. Il Milan ha ascoltato Allegri, ha azzerato i rischi di prendere gol e dopo un'ora aveva già chiuso la partita. Per la soddisfazione di Allegri? Tutt'altro!

Il tecnico vuole un Milan che non molli mai e sempre concentrato

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Sullo 0-3, dopo aver visto qualche leggerezza di troppo da parte dei ragazzi in campo, che non hanno rispettato qualche ordine tattico, Allegri - sbattendo i pugni - ha gridato "Non bisogna mai spegnere la luce", collegato” tramite i match analyst con Aldo Dolcetti in panchina. Voleva chiudere la trasferta in Friuli con la porta inviolata, certo, ma soprattutto continuare a ribadire il messaggio che punta a trasmettere dal primo giorno. Ovvero che non si molla mai e che la concentrazione deve essere sempre massima. Anche in vantaggio di tre gol. Perché le grandi squadre si costruiscono così.