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Zambrotta: “Gattuso, un amico: gli auguro il Mondiale. Ma la Nazionale …”

Daniele Triolo Redattore 
Gianluca Zambrotta, ex compagno di squadra di Gennaro Gattuso nel Milan, ha parlato anche di Nazionale a 'La Gazzetta dello Sport' di oggi

Gianluca Zambrotta, ex giocatore - tra le altre - di Juventus, Milan e Barcellona - ha parlato, in un'intervista in esclusiva rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, non soltanto di Serie A e del big match Juventus-Inter alle porte, ma anche di Nazionale Italiana e del suo ex compagno di squadra, Gennaro Gattuso.

Zambrotta su Gattuso: "Di Rino si può solo parlare bene"

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«Lo conosco dall’Under 21, siamo stati compagni di stanza e poi ci siamo trovati in Nazionale e al Milan - ha ricordato Zambrotta -. Di Rino si può parlare solo bene, come uomo e allenatore: è un amico, una grande persona con un grande cuore. È stato un buon inizio, con due vittorie che valgono punti pesanti e soprattutto regalano entusiasmo e fiducia ai ragazzi. Adesso serve costanza: la strada verso il Mondiale è lunga e piena di insidie. Ma io ci credo e gli auguro di riuscirci».

È innegabile, però, come la Nazionale Italiana stia vivendo un momento piuttosto problematico, quasi di transizione. Non è più la corazzata di un tempo, non si qualifica a un Mondiale dal 2014 e fatica a produrre giocatori di qualità a getto continuo. Zambrotta ha provato a capire quali possano essere i problemi dell'Italia attuale.

"Prima i top club avevano blocchi di titolari in Nazionale. Ora ..."

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«Fino a quando c’ero io, i top club avevano dei blocchi di titolari italiani che si ritrovavano in Nazionale. Oggi forse l’unica è l’Inter: la Juventus ha tre titolari, il Milan nessuno. Questo si ripercuote sulla Nazionale, complica la vita al selezionatore», ha commentato l'ex esterno offensivo rossonero.


«Anche io ho esordito a 21 anni e giocavo nel Bari, però c’erano Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Alessandro Nesta. Tutti giocavano partite internazionali per anni. Nel 1982 e nel 2006, gli anni dei Mondiali vinti, c’erano dei blocchi di calciatori di grandi squadre e per l’allenatore era molto più facile. Da questo non si può scappare», ha chiosato poi Zambrotta sul tema.