Sul suo esordio: "Ai primi di novembre del 1987, Milan-Torino. Paolo Maldini si rompe un’arcata sopracciliare in uno scontro. Il dottor Monti dal campo fa il gesto del cambio. Sacchi si volta verso di me: 'Entra tu e stai a sinistra'.Seduto in panchina, ero incredulo, ho avuto un attimo di sbandamento. Ero un ragazzo e gli 80mila di San Siro guardavano tutti me… Poi è andata. Il Milan in difesa aveva Franco Baresi, Tassotti, Paolo Maldini, Costacurta, Filippo Galli… Quali spazi potevo avere? Ariedo Braida, il ds, puntava su di me, gli devo tanto, ma, con quella concorrenza, non poteva che mandarmi in giro, a fare esperienza. Ho cominciato però a infortunarmi alle ginocchia, specie al sinistro. Non dimenticherò mai la seconda operazione, a Lione, perché mi telefonò il presidente, Silvio Berlusconi in persona, e mi disse delle bellissime parole di incoraggiamento. Ci teneva che recuperassi, credeva in me per il futuro: ricordo di aver pianto. Dai problemi alla cartilagine del ginocchio sinistro non mi sono più ripreso. C’era un effetto cascata, correvo male e mi venne la pubalgia. Smisi a 25 anni. Non ho più fatto sport. Quando ritorno in Italia, vado a Bologna dal dottor Nanni (il medico de Bologna, altra squadra in cui Verga ha giocato, ndr) per fare le infiltrazioni che tengono a bada i dolori”.
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