«Se l’Inter ha vinto lo Scudetto del 2008 lo deve anche a me - ha ricordato Salsano -. Prima di quei due gol di Ibrahimovic a Parma ci siamo allenati insieme tutta la settimana. Veniva da un infortunio. “Dì a Mancini che sto con te”, sentenziò. Solo io e lui per cinque giorni, fino a venerdì. “Ma pensa di non allenarsi mai con la squadra e di giocare?”, disse Roberto. Lo convinsi a fare la partitella, ma in pullman Ibra mi disse che sarebbe partito dalla panchina. Diluviava, la Roma andò in vantaggio, noi a fine primo tempo eravamo 0-0. “Non voglio entrare”, diceva. “Ti do un calcio se non lo fai …”, rispondevo. Così per tutto il riscaldamento. Il resto è storia: entrò dopo 10 minuti, segnò due gol e uno di questi li dedicò a me».
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Su Mario Balotelli, altro ex Milan avuto dai due sia all'Inter sia al City, Salsano ha aggiunto: «Un genio pazzo, ma buono davvero. Le freccette e i gol, la maglia “Why always me?” e l’assist per Sergio Agüero nel giorno del titolo. E infine la storia della casacca che non riusciva a mettere, che fece il giro in tutto il mondo. Io cercavo di aiutarlo, lui non capiva il verso. Ricordo anche quel tacco davanti alla porta in America e la sostituzione. Non aveva sentito il fischio. Mancini è un genio a pretendere i campioni, a sceglierli e poi a convincerli».
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