Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan degli 'Invincibili', sulla Gazzetta dello Sport odierna, ha parlato del giovane Francesco Camarda
Arrigo Sacchi, storico ex allenatore del Milan degli 'Invincibili', sulle colonne della Gazzetta dello Sport odierna, ha parlato del giovane Francesco Camarda, di proprietà del Milan ma in prestito al Lecce, e dell'errore dal dischetto in Lecce-Napoli, match poi finito 1-0 a favore dei partenopei. Ecco, di seguito, le sue parole:
Milan, le parole di Sacchi a Camarda
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"Innanzitutto un giovane ha il diritto/dovere di poter sbagliare. Se si vuole crescere, se si vuole migliorare, se si vogliono raggiungere grandi risultati, è necessario passare per le delusioni. Sono i momenti difficili che ti fortificano, non certo le vittorie o le carezze. Per formare il carattere di un ragazzo servono questi istanti di dolore: so che Camarda ne avrebbe fatto volentieri a meno, lo immagino, però sono convinto che da questa esperienza lui uscirà ancora più maturo e ancora più consapevole. Io, ai calci di rigore, ho perso un campionato del mondo, nel 1994, in finale contro il Brasile. Non ho mai pensato di puntare il dito contro chi aveva sbagliato. Capisco bene la delusione di Camarda, quindi, ma gli dico che non deve abbattersi e, soprattutto, non deve ascoltare voci, commenti, spifferi, eventuali polemiche.
Il 'Profeta di Fungano' ha poi dato un consiglio al giovane, dicendo: Vada avanti per la sua strada, seguendo quello che gli consiglia di fare il suo allenatore, e non si curi di chi prende l’errore dal dischetto come pretesto per sfogare la sua rabbia. Capisco che questo sia l’esercizio più difficile, perché Camarda è giovane, perché i giovani possono essere facilmente influenzabili e perché in fondo, vivendo la vita in mezzo alle altre persone, è abbastanza normale ascoltarne i giudizi (anche quando non sono positivi). Tuttavia lui deve assolutamente ignorare ciò che viene detto, è l’unico modo per superare il momento difficile. So bene che c’è gente in giro che sostiene che non si può far calciare un rigore a un ragazzo di diciassette anni. Troppa responsabilità, le gambe tremano, il rischio è molto elevato. Sciocchezze. Il rigore lo tira chi si sente di tirarlo...
Il rigore è questione di un attimo, un semplice battito di ciglia. Ecco, mi auguro che a nessuno venga in mente di chiedere che Camarda non calci più un rigore.