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Rabiot: “Spero di realizzare grandi cose al Milan. Voglio lasciare il mio segno”

Redazione PM
Adrien Rabiot, centrocampista del Milan ora in ritiro con la Nazionale francese, ha rilasciato un'intervista a 'Le Figaro'. Ecco alcuni estratti della sua intervista al quotidiano francese

Adrien Rabiot ha avuto un impatto grandioso con il Milan. Arrivato all'ultimo giorno di calciomercato, su precisa indicazione di Massimiliano Allegri (che per lui stravede), ha sempre giocato titolare sia in campionato sia in Coppa Italia. Finora, non è ancora stato sostituito. Questo indica due cose, principalmente. La prima è il totale affidamento dell'allenatore livornese nelle sue capacità e nelle sue qualità. La seconda è l'inserimento velocissimo nei meccanismi della sua nuova squadra, di cui è presto diventato leader tecnico e carismatico. Ora Rabiot si trova nel ritiro della Nazionale francese in vista dei prossimi due impegni della selezione transalpina del CT Deschamps. Da lì è stato intervistato da 'Le Figaro'. Il quotidiano ha precisato che il centrocampista ex Marsiglia ha accettato l'intervista a patto di non dover ritornare sull'episodio della rissa con l'ex compagno Rowe, ora al Bologna. I due, in verità, si sono già chiariti rispetto alla lite e si sono già incontrati in Serie A (Milan-Bologna 1-0).

Milan, l'intervista di Rabiot a 'Le Figaro'

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Sull'essere rimasto in silenzio dopo l'addio brusco con il Marsiglia: "Volevo concentrarmi solo sul calcio, sulle mie prime settimane in questo nuovo club e in questa nuova vita, era importante. In generale, non sono uno che si esprime molto fuori dal campo, ma in quel momento era davvero il momento di focalizzarsi, di ripartire con la mente completamente sul calcio".

Su Milan-Como a Perth... "Sono rimasto sorpreso quando ho saputo che con il Milan giocheremo una partita di Serie A contro il Como… in Australia! È completamente folle. Ma si tratta di accordi economici per dare visibilità al campionato, cose che ci superano. Si parla molto dei calendari e della salute dei giocatori, ma tutto questo sembra davvero assurdo. È pazzesco fare così tanti chilometri per una partita tra due squadre italiane in Australia. Dobbiamo adattarci, come sempre"

Sulla vita a Milano: "È un po’ cliché, ma è la verità: si mangia benissimo. La prima cosa che mi hanno detto quando sono arrivato al centro sportivo di Milanello è stata che la cucina lì è eccellente. Bisogna ammetterlo: se la Francia resta superiore per la gastronomia, l’Italia fa la migliore pasta del mondo. Dal punto di vista calcistico, è un Paese di veri intenditori. L’Italia vive di calcio, molto più che la Francia. Si percepisce la passione dei tifosi, che vivono per la loro squadra. In Francia ci sono grandi club e grandi gruppi di tifosi, ma qui è un’altra dimensione: è una questione di vita".


Sull'aver vestito maglie importanti come PSG, Juve, Marsiglia e ora Milan: "Non è cosa da poco aver giocato in questi quattro grandi club. È un bel biglietto da visita (sorride). Quando guardo il mio percorso, è incredibile poter aver vissuto tutto questo, difficile da immaginare quando ero più giovane. Ne sono fiero. Spero di realizzare grandi cose al Milan, di vincere titoli, in un club storico e mitico. Voglio lasciare il mio segno".

Sul sogno del Mondiale 2026: "Sì, certo. Dobbiamo qualificarci, ma è un sogno che può diventare realtà, soprattutto vedendo il potenziale della squadra. Nel 2026 avrò 31 anni, mi sento molto bene fisicamente e mentalmente, probabilmente nella miglior forma della mia carriera. Ma un Mondiale capita solo ogni quattro anni, e non si può mancare l’occasione, perché non sai quando passerà di nuovo il treno. L’obiettivo è vincere quella stella"

Sul Mondiale 2030: "A 35 anni, se il mio corpo regge, mi vedrete ancora in campo. Guardate Luka Modric, che è con me al Milan e gioca a 40 anni! Tocchiamo ferro, ma se il fisico non mi ferma, ho ancora la passione e l’amore per il calcio per continuare. Quindi, il Mondiale 2030… perché no."

Su Modric: "Mi ha soprattutto stupito. Vederlo allenarsi con tanta precisione, professionalità, intensità e impegno, a 40 anni, è impressionante. Davvero. È umile, dedicato, sempre al 100%. Quando vedo cosa fa con dieci anni più di me, resto senza parole."