E il nonno si sta divertendo? «Per ciò che è possibile, dopo 4 giornate, sì. Ma siamo in quella che una volta veniva chiamata fase di rodaggio: c’è chi ha dovuto fare il Mondiale per club, un flop sotto vari aspetti; e poi il mercato ha chiuso tardi e ora costringe aspettare gli ultimi arrivati».
Il mercato l’ha spinta a farsi un’idea... «Che il Napoli sia favorito, più dell’Inter. C’è solidità, è una squadra che ha l’anima forte di Conte. Napoli e Inter stanno messe meglio ma Conte ha il muso davanti. Però alle spalle vedo il Milan, che può diventare un vero pericolo».
Domenica potremmo avere indicazioni maggiori: giusto definirla sfida-scudetto? «Sì. La Serie A resta divisa in vari tronconi, nel gruppo scudetto e Champions ce ne stanno sette».
Milan-Napoli cosa significa? «La grande sfida tra due allenatori straordinari. Conte è estremo nelle sue irruzioni in un club, con quella capacità di entrare nella testa dei giocatori e migliorarli. Faccio un esempio: Politano è sempre stato un calciatore di qualità ma grazie ad Antonio, ha aggiunto una continuità che ne fanno un elemento imprescindibile».
Il Milan è in restaurazione. «Sono strafelice dell’impatto di Allegri, l’ha meritato perché ha dovuto sopportare giudizi immeritati. Max è dominante, ha una capacità di assorbire le situazioni più delicate e di gestirle con padronanza. Si carica i problemi e li risolve. E poi il Milan sta giocando bene, con l’Udinese ha divertito».
Milan-Napoli sarà la partita di...? «Di Allegri e di Conte, carismatici e con una leadership che diventa trainante. Va riconosciuta ad entrambi una forza che appartiene alle loro conoscenze. Spesso si argomenta sulle loro differenze mentre a me, in vari aspetti, sembra abbiano enormi analogie».
Modric-De Bruyne: siamo un Paese per vecchi? «Ben vengano quando si tratta di fuoriclasse con un talento così esagerato. La classe non ha età e l’intelligenza di entrambi è talmente sviluppata che sia l’uno che l’altro sanno quando accelerare e quando gestirsi. Poi hanno piedi e visioni che ti fanno innamorare del calcio. Il campione è quello che decide e Modric e De Bruyne questo hanno fatto e questo continueranno a fare».
Chi la incuriosisce di più? «Gasperini, dentro un progetto che, se prenderà le forme del suo calcio, può divertire e produrre risultati insospettabili al primo anno. La Fiorentina di Pioli, nonostante questi risultati: ma Stefano è bravo, ne verrà fuori. Poi da verificare anche la Juve, che resta sempre la Juve, non ci sbagliamo. E diamo a Chivu un periodo di assemblaggio per le sue teorie: si prenderà l’Inter».
Considerazioni a campo largo, ne ha facoltà... «Giocare 60 partite all’anno è follia. Finalmente si gioca di meno sul portiere, si tenta di andare maggiormente in verticale. E poi sono contento che la Juve abbia dato un ruolo di prestigio a Chiellini, perché di queste figure una società ne ha bisogno. La Roma ha fatto lo stesso con Ranieri. Il Napoli s’è legato ad Oriali. Però non tutte le nuove proprietà viaggino in questa direzione. Io in Nazionale avevo Gigi Riva, un simbolo e un uomo di sensibilità speciale. Quando c’era da affrontare situazioni delicate, veniva da me e mi diceva: Cesare, vado a prendermi un caffè con loro . Vai Gigi! Quanto mi manca».
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