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PIANETAMILAN news milan interviste Morfeo: “Con un’altra testa, chissà dove sarei arrivato. Tornare nel calcio? No, mi fa schifo quello che vedo”

INTERVISTE

Morfeo: “Con un’altra testa, chissà dove sarei arrivato. Tornare nel calcio? No, mi fa schifo quello che vedo”

Morfeo: 'Il calcio di oggi mi fa schifo, non ci tornerei. È un mondo falso'
Intervistato dal quotidiano 'La Gazzetta dello Sport', l'ex trequartista di diverse squadre di Serie A Domenico Morfeo ha parlato del calcio di oggi e di alcuni retroscena legati alla sua carriera, vissuta da talento incompiuto
Redazione

Il quotidiano 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha intervistato Domenico Morfeo, ex trequartista di diverse squadre di Serie A come Atalanta, Milan, Fiorentina e Inter. Come ricorda la 'rosea', era dotato di un sinistro magico, ma nel corso della carriera non è mai riuscito a mostrare completamente le sue qualità nel campionato italiano. "Mi dispiace non essere sempre stato un professionista. Avessi avuto un’altra testa, chissà dove sarei arrivato. Mi è mancato quello, non mi piaceva correre né allenarmi" ha spiegato l'ex nerazzurro parlando dei suoi rimpianti.

Domenico Morfeo si racconta a 'La Gazzetta dello Sport'

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Alla domanda riguardo qualche persona in particolare che l'ha delusa ha risposto senza giri di parole, alla sua maniera: "Ho litigato con tanti, direi quasi con tutti. Quello del pallone è un mondo senza amicizie, fatto di rapporti di convenienza. Se devo fare un nome, di chi mi ha davvero deluso, dico il presidente del Parma Ghirardi. Io sarei sceso anche in B, lui invece mi ha fatto la guerra. Ma il tempo è galantuomo... si è visto che persona era".


E invece chi ringrazierebbe? "Cesare Prandelli. Mi ha fatto esordire, è stato un secondo padre. Un allenatore preparatissimo, capace, intelligente. Il migliore mai avuto e uno dei migliori in Europa in assoluto".

Si dice che Inzaghi le diede 5 milioni dopo aver vinto la classifica cannonieri con l'Atalanta nella stagione 1996-1997. "Che fatica vedere Pippo tirare fuori i soldi... diciamo che era un po' tirchio. Ma a Reggio, prima dell'ultima partita, mi disse che se lo avessi aiutato a vincere la classifica dei cannonieri mi avrebbe dato 5 milioni di lire. Segnò due gol e mi staccò l'assegno in spogliatoio. Portai a cena tutta la squadra, sono sempre stato generoso".

A Firenze le diedero 'maglie della vergogna', con la scritta 'indegno' e la € di Euro al posto del giglio. Lei, anche lì, rispose per le rime... "L'importante è non abbassare mai la testa. Non avevano capito niente, mi accusavano di non impegnarmi e di voler mettere in mora la società. C'era persino chi diceva che mi inventassi gli infortuni...".

All'Inter che cosa non è andato? "Eravamo una grande squadra, personalmente ho fatto gol in Champions e credo di aver fatto il mio. Però si, ero il numero dieci e potevo fare di più. So di aver fatto incazzare Moratti, si aspettavano tutti molto da me".

Pensa che le sia mancato qualcosa? "Avevo le qualità per essere titolare in Nazionale, non ho avuto la testa. Poi a un certo punto il resto aveva preso il sopravvento sul calcio e sulla mia voglia di giocare, così ho smesso. Non mi divertivo più. Oggi gestisco il mio ristorante a Parma e sono felice, la vita non finisce con il calcio". Per concludere, risponde alla domanda se gli manca il calcio: "No, anzi mi fa schifo quello che vedo. Non tornerei mai. Lo trovo un mondo falso".