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Milan, Ricci: “Allegri dà serenità. Modric è spaziale. Per diventare grandi ci manca …”

Daniele Triolo Redattore 
Samuele Ricci, classe 2001, ex centrocampista del Torino e oggi al Milan, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'Tuttosport' oggi in edicola. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni su Torino-Milan di lunedì sera, ma non soltanto

Samuele Ricci, centrocampista classe 2001 passato dal Torino al Milan per 24,5 milioni di euro (bonus inclusi) più il 10% di un'eventuale, futura, rivendita nell'ultimo calciomercato estivo, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'Tuttosport' oggi in edicola. Ecco, dunque, uno stralcio delle sue dichiarazioni su Torino-Milan, 'Monday Night' della 14^ giornata della Serie A 2025-2026 e non soltanto.

Milan, Ricci: "Al Torino sono cresciuto tantissimo e ho lasciato tanti amici"

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Sui tre anni e mezzo trascorsi al Torino e sulla possibilità che sbagli spogliatoio lunedì sera: «No, no quello è difficile (ride divertito, n.d.r.). Sicuramente mi farà un effetto particolare rimettere piede al 'Grande Torino'. Lì sono cresciuto tantissimo, ho conosciuto bellissime persone e ho lasciato anche tanti amici».

Sull'allenatore che più lo ha migliorato in granata: «Sono arrivato con Ivan Jurić e, per il modo in cui giocavo a Empoli, è stato un po’ un salto nel vuoto. Volevo mettermi in gioco in una grandissima piazza con più concorrenza in squadra anche se sapevo che avrei trovato un modo di giocare totalmente diverso: mi sono messo lì, sono cresciuto fisicamente, ho messo ancor più applicazione nel curare la fase di non possesso che era quello che richiedeva nel suo gioco uomo contro uomo. Un modo di interpretare le partite che implicava anche di restare super concentrato per tutti i novanta minuti».

Ricci sul Torino che ha sempre battuto il Milan in casa negli anni in cui ha militato in maglia granata: «È vero, si vinceva sempre e, ora che sono dall’altra parte della barricata, dico che è un motivo in più per provare a invertire questo trend».


Sul perché il Milan, che tanto bene fa nei big match, stenta contro le squadre medio-piccole: «Queste difficoltà credo facciano parte del nostro percorso di crescita. Sono cambiati tanti giocatori ed è cambiata pure l’identità della squadra dopo l’arrivo di Massimiliano Allegri: riuscire a diventare implacabili pure nelle partite “normali” credo sia il passo che ci manca per diventare davvero una grande: è una questione di mentalità ed è lo scoglio da superare».

Sul pallone che a 'San Siro' scotta: «Confermo, non è uno stadio come gli altri, ma anche in positivo: quando vai in campo, se c’è entusiasmo, senti una forza grandissima che ti spinge».

"Aiuta avere Allegri in panchina. Scudetto? No no, focus Champions. Poi vediamo"

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Su quanto aiuta avere un allenatore come Allegri in panchina: «Tanto perché tutti noi sappiamo cosa ha vinto in carriera. In più, fuori dal campo, Allegri ti dà tanta serenità e penso che nella gestione del gruppo sia il numero uno. In più alle sue spalle ha uno staff molto competente».

Su Allegri che l'ha trasformato da regista in mezzala e quando è scattato questo 'click': «In allenamento quando ha iniziato a provarmi lì. Però spesso giochiamo “a due” in mezzo. Comunque poco cambia perché ci chiede di saper fare tutto e adattarci alle varie soluzioni. Dove mi diverto di più io? A me piace molto stare in regia, ma pure Gennaro Gattuso in Nazionale mi ha provato da mezzala».

Su com'è Luka Modrić visto da vicino: «Spaziale. È un fenomeno perché fa cose che altri non fanno e vede cose che gli altri non vedono. Tante cose le puoi “rubare” ma fino a certo punto perché poi c’è il talento smisurato che lo rende unico, sennò sarebbe troppo facile. In tal senso è impressionante la sua intelligenza calcistica: lui sa sempre dove casca il pallone».

Sulla coppia Modrić - Adrien Rabiot: «Averli in campo ti dà sicurezza. In più, a Milanello, sono due ragazzi splendidi».

Sulla parola 'Scudetto' e se aleggia nello spogliatoio: «No no, adesso il focus deve essere trovare continuità, quindi tornare in Champions League dove merita il Milan e poi ... vediamo».

Sul suo idolo di gioventù, visto che era anche tifoso del Milan: «Ronaldinho ... Anche se non c’entra molto con il mio ruolo. Da bambino non giocavo in mezzo: ho iniziato come esterno alto, poi Lamberto Zauli in Primavera mi ha messo lì».

Sull'avversario più forte mai affrontato: «Sergej Milinković-Savić».

Sull'Italia ai Mondiali 2026: ci andiamo? «Sì. E non bisogna farsi condizionare da quanto successo in passato».