Su Filippi:“È estremamente preparato, è capace di conquistare la fiducia del portiere. La sua capacità migliore è mettere in condizione i portieri di credere nel suo lavoro e nella possibilità di migliorare. È questa la sua qualità, qualcosa che va oltre la bontà della metodologia, perché la metodologia ormai ce l’hanno tutti”.
Sulle qualità di Filippi:“Filippi, che per me è un amico, si è già confrontato con atleti di livello straordinario, ma questo non gli ha tolto la capacità di saper fare un passo verso il giocatore e metterlo nelle condizioni migliori. Non mette semplicemente i calciatori di fronte al lavoro, ma lo condivide. Sa creare questo tipo di stima reciproca perché lui vuole bene ai suoi e si mette a disposizione. Entra nella testa dei suoi ragazzi. E’ un preparatore completo, che non ha bisogno di fare il sergente di ferro. Direi che ricorda più Ancelotti di Conte…”.
Sui rigori in campionato:“Fin qui sono stati un fattore importante, a volte decisivo, anche perché molte partite si chiudono con uno scarto minimo nel risultato. In un contesto dove la classifica ai piani alti è corta, è chiaro che un rigore sbagliato pesa di più rispetto ad altri momenti. Comunque è una situazione interessante da osservare”.
Su cosa incide sulla parata:“La fortuna è l’aspetto che incide di meno. Conta invece la conoscenza, ovvero la capacità dei portieri di andare in campo avendo tante informazioni su un potenziale rigore a sfavore. Le abitudini di chi tira, la previsione di quanto può fare l’avversario. Ma non solo: lo studio dell’avversario e delle sue scelte anche in base a quel dato momento che sta attraversando. Quindi direi che conta per il 45% la bravura del portiere, un altro 45% lo studio dell’avversario e il 10% c’entra la fortuna”.
Su come si diventa para-rigori:“Soprattutto grazie allo studio: andavo in campo con la consapevolezza di poter prevedere dove il mio avversario avrebbe tirato. In questo c’è stata la mano di Filippi, certamente. Il resto era intuito. Poi alla fine è diventato anche un vantaggio psicologico: se chi tira sa di avere davanti un portiere bravo sui rigori, la porta diventa più piccola”.
Sulle colpe dei tiratori:“Assolutamente no. Con la stazza e la forza fisica dei portieri moderni, se indovinano l'angolo ci sono buone probabilità che il tiro venga parato. Non è sempre colpa di chi tira”.
Sul perchè alcuni portieri sono più preparati: “Un po' dipende dalle caratteristiche fisiche, innanzitutto la reattività. Un po' è anche freddezza”.
Sull'evoluzione del ruolo:“Sì, mi piace perché ho sempre ho sempre ambito a un portiere coinvolto nel gioco della squadra. Certo, non bisogna esagerare: non vorrei che alla lunga si trasformi il portiere in un giocatore bravissimo a impostare e a giocare con i piedi, e approssimativo nella tecnica della parata”.
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Sul rinnovo di Maignan:“Bisognerebbe provarci, sì, perché al di là della bravura sul campo è un uomo di grande personalità. Questo tipo di giocatori in un gruppo pesano. Detto questo, non bisogna far pazzie economiche e i club non devono rimanere eccessivamente vincolati a determinate situazioni. Dal Milan era andato via Donnarumma, e poi è arrivato uno come Mike no?”.
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