Sull'impatto con Ibrahimovic
—"Una sorta di… ‘wow’. Incredibile. Mi faceva da traduttore. Mi colpì la sua personalità: ricordo una punizione contro il Sassuolo, mi avvicinai piano piano e chiedi di tirare. Lui mi disse una cosa del tipo, “se me lo chiedi ancora una volta ti do un calcio nel sedere’. Sono rimasto molto legato ai rossoneri: li seguo, mi dispiace stiano andando male".
Su Pioli
—"Intanto, una premessa: parliamo di un allenatore fantastico, chiaro e diretto. Quando il Milan ha vinto lo scudetto gli inviai un messaggio di congratulazioni. All’inizio fu difficile perché comunicava con me attraverso un traduttore: io non conoscevo l’italiano, lui parlava poco l’inglese. Quando non giocavo mi chiedevo sempre come mai, quindi andai a Francoforte. Non volevo passare un’altra stagione in panchina, anche perché all’inizio avevo segnato alcuni gol importanti e avuto parecchie chance. Successivamente, no. Ero un po’ frustrato, ma non ce l’ho con Pioli, anzi, sono scelte che fanno parte della vita. Il Milan è un top club, ma volevo giocare, così pensai a me stesso. La carriera è una. Sono felice di aver rappresentato i rossoneri. Mi hanno reso l’uomo che sono oggi". LEGGI ANCHE: Milan, Camarda: "Vivo per il gol. Milan Futuro? Problemi caratteriali, ora...">>>
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