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INTERVISTE

Italia, Abodi dopo il ko con la Norvegia: “Guardo gli aspetti positivi, bisogna coltivare questa speranza”

Italia, Abodi: 'Ecco perchè fatichiamo nel calcio. Sui nuovi stadi...'
Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, si è soffermato sui temi attuali che riguardano il calcio italiano, tra cui ovviamente la brutta sconfitta dell'Italia contro la Norvegia e il progetto sui nuovi stadi: ecco le sue parole
Redazione PM

Brutta sconfitta dell'Italia che nell'ultimo match valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2026 subisce un pesante 1-4 casalingo contro la Norvegia. Sebbene gli azzurri fossero già stati certi di un posto nei play off (solo un 9-0 avrebbe portato Gattuso e i suoi ragazzi alla qualificazione diretta), resta comunque un ko che fa discutere.

Italia-Norvegia, le parole di Abodi

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Sul momento della Nazionale e del calcio italiano si è espresso Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1.


Sul match con la Norvegia:"Sentimenti differenti tra il trionfo di Sinner e il ko della Nazionale. Quando si vince, si è tutti felici, quando si perde così ci sono mille recriminazioni. Soprattutto quando si perde in casa 4-1 ontro la Norvegia, l'ennesima volta che perdiamo a Milano. Però c'è sempre una speranza, guardo sempre gli aspetti positivi: un primo tempo più che dignitoso e la prospettiva di un ingresso al Mondiale he ancora ci giochiamo. Dobbiamo fare in modo che questa prospettiva sia un elemento di fiducia. Prima delle partite dell'Italia in casa, la Federazione manda in onda la canzone storica 'Un amore così : di fronte a un amore così grande è chiaro che ci si senta traditi. Ma bisogna coltivare la speranza che possa riaccendersi qualcosa in campo e sono convinto che possiamo farcela".

Sullo stage a febbraio:"Penso proprio di sì, è interesse comune che gli azzurri vadano ai Mondiali. Sono convinto che si troverà un'intesa, a febbraio ci sarà questo stage. Gli altri lo fanno con un approccio diverso, noi invece abbiamo questa capacità di metterci i bastoni tra le ruote da soli".

Sulla differenza tra calcio e altri sport: "Tutte le altre discipline dimostrano che ancora abbiamo talento ed è strano che nel calcio fatichi a emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani. Evidentemente dobbiamo fare un esame di coscienza. Non è che da qui a marzo possiamo cambiare le cose, ma dobbiamo capire che nei momenti di difficoltà bisogna presidiare l'obiettivo immediato e al tempo stesso programmare il futuro. Negli ultimi vent'anni il calcio ha sacrificato il talento. C'è molto più attenzione alla funzionalità del gioco piuttosto che al talento. Ieri sera abbiamo visto due ventenni norvegesi come Nusa e Bobb, entrambi hanno un rapporto col pallone che noi facciamo fatica a sviluppare. Forse anche il modello tecnico va rivisto".

Sui nuovi stadi:"Un miliardo e seicento milioni è stato investito in questi tre anni per le infrastrutture sociali e di base: vogliamo che sport sia per tutti, come da Costituzione. Siamo a un punto di svolta: è stata chiusa la stagione del prendere atto che gli stadi italiani non siano all'altezza di quelli internazionali. Il progetto che il governo ha messo in piedi riguarda 12 stadi, che stanno concorrendo per Euro 2032, c'è un commissario straordinario come Massimo Sessa. C'è un portafoglio finanziario configurato col ministro Giorgetti per il fondo equity".

Su Euro 2032: Rischio di perdere Euro 2032? No, è un rischio che non si corre, non capisco neanche questo allarme, non rappresenta la realtà. Saremo pronti a settembre 2026. Tre stadi ci sono, due si aggiungeranno sulla base di una competizione tra tutti i candidati Stiamo mettendo in campo un'operazione di sistema, ognuno sarà messo nella condizione di superare le pastoie della burocrazia e di avere supporti finanziati non a fondo perduto ma con investimenti che lo Stato farà in tutti progetti stadio".