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Sacchi: “Milan senza italiani? Se fossi un tifoso non sarei contento”

intervista Sacchi AC Milan
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato della possibilità che il Diavolo scenda in campo a Bologna solo con calciatori stranieri
Daniele Triolo Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan per quattro stagioni, dal 1987 al 1991 e, successivamente, nel 1997, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Argomento, le due diverse filosofie perpetrate da Milan e Inter in sede di mercato. Le quali, di fatto, si ripercuoteranno anche in occasione della prima giornata del nuovo campionato. In Bologna-Milan, il Diavolo sarà in campo con undici stranieri; in Inter-Monza, metà squadra nerazzurra sarà italiana.

Milan straniero e Inter italiana: l'opinione di Sacchi

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"Il Milan tutto straniero e l’Inter, invece, per metà italiana. Riflettevo, guardando le probabili formazioni per la prima di campionato, su questo aspetto piuttosto curioso che è anche testimonianza di una chiara tendenza dei due club - ha esordito Sacchi sul tema -. L’Inter ha il blocco difensivo 'Made in Italy', e anche due centrocampisti su tre, Nicolò Barella e Davide Frattesi, sono di casa nostra".


"In più c’è Federico Dimarco che va su e giù sulla fascia sinistra. Un segnale che va tenuto in considerazione perché deriva, molto probabilmente, da una richiesta dell’allenatore. Simone Inzaghi, allenatore che sta migliorando campionato dopo campionato ma deve ancora fare il definitivo salto di qualità per arrivare a un livello che si possa definire europeo, intende puntare, oltre che sul gioco, anche sul senso di appartenenza. Sull’orgoglio italiano di buona parte del gruppo".

"Il carattere è fondamentale nel momento in cui si costruisce una squadra. Ci devono essere gli uomini giusti per trasmettere le idee del tecnico - ha proseguito Sacchi sulla 'rosea' -. Quand’ero al Milan, il primo anno avevamo due stranieri e il secondo tre: situazioni che non si possono certo paragonare a quelle di oggi. Però devo dire che, pur essendo Ruud Gullit e Marco van Basten due fuoriclasse, la spina dorsale italiana, formata da Franco Baresi, Carlo Ancelotti, Mauro Tassotti, Paolo Maldini, Roberto Donadoni è risultata fondamentale per dare vita a quella meravigliosa squadra".

"I dirigenti puntano su un Milan figlio della globalizzazione"

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Sul Milan, nello specifico, Sacchi ha poi dichiarato quanto segue. "Discorso totalmente diverso qui. A parte Davide Calabria, che però non so se farà il titolare, nella formazione-base dei rossoneri non c’è un italiano. Sono davvero curioso di vedere come tante culture possano andare d’accordo. Io sono convinto di una cosa: gli stranieri, quando arrivano nel nostro campionato, tranne rari casi, hanno bisogno almeno di un anno per ambientarsi".

"Sbarcano da Paesi in cui, nella maggior parte dei casi, si pratica un calcio più offensivo. Devono quindi adeguarsi alle nuove esigenze, cambiano i metodi di allenamento, i compagni di squadra e anche lo stile di vita. Non è semplice per un ragazzo che arriva dalla Spagna, dalla Francia, dall’Olanda o dall’Inghilterra indossare la maglia del Milan, scendere in campo davanti al pubblico di 'San Siro' e subito regalare meraviglie", la convinzione di Sacchi.

"Stefano Pioli, che nella stagione dello Scudetto ha dimostrato le sue capacità, dovrà essere bravo a far coesistere tutte queste risorse che il club gli ha messo a disposizione - ha proseguito il 'Profeta di Fusignano' -. Nella scelta di avere una squadra formata da stranieri vedo un’indicazione filosofica della società. Dopo aver mostrato coraggio mandando via Paolo Maldini e Frederic Massara, che tanti meriti avevano avuto nella stagione dello Scudetto, adesso i dirigenti puntano su un Milan figlio della globalizzazione".

Sacchi vorrebbe vedere qualche italiano in più in rossonero

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"Se fossi un tifoso, non sarei contento - ha detto, però, Sacchi sulla filosofia del Milan -. Credo che qualche italiano sarebbe importante anche per far capire la storia e lo stile di una società ultracentenaria. Ma, se riescono nell’impresa, e se avranno fin da subito risultati positivi in termini di gioco e di punti, non resta che inchinarsi. Però, se i rossoneri vogliono giocare con il 4-3-3, che siano italiani o stranieri, bisogna che si mettano in testa che i due attaccanti esterni devono rientrare in fase difensiva, altrimenti faranno parecchia fatica".

"Sia per quanto riguarda l’Inter "italiana" sia per quanto riguarda il Milan "straniero" mi sento di dare un consiglio alle rispettive tifoserie. Servirà pazienza e i giudizi non siano affrettati", la chiosa dell'ex Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. Mercato Milan, novità importanti da Di Marzio >>>

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