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Dida su Manchester 2003: “Quanti pensieri, i rigori e l’abbraccio di Sheva”

Nelson Dida, portiere del Milan, in finale di Champions League 2003 contro la Juventus (credits Getty Images)

Ricordi, anedotti e rivelazioni nelle dichiarazioni di Nelson Dida, in diretta insieme a Serginho dal profilo del Milan. Ecco cosa ha raccontato il portiere

Giacomo Giuffrida

NEWS MILAN - I ricordi di Manchester 2003, indimenticabile finale di Champions League vinta dal Milan ad Old Trafford contro la Juventus ai calci di rigore. Ne ha parlato Nelson Dida, intervistato insieme a Serginho nel profilo Facebook ufficiale del club rossonero. Ecco tutte le dichiarazioni del portiere brasiliano:

Le emozioni prima della finale: "In quel momento diventi ancora più forte, il tuo pensiero è di fare il massimo per finire bene. Io avevo questo in testa. Ero fiducioso, ho detto ad Ancelotti che non avremmo preso gol e ho avuto ragione".

I ricordi del match: "Sono stato spettatore per quasi tutta la partita, meglio così. È stata una partita difficile, con molti falli. Non è stata bella da vedere, ma il calcio è anche così. A volte devi avere la forza di capire come si sta evolvendo la partita".

Sui rigori subiti: "Ero sicuro di prendere il tiro di Del Piero, perché pensavo di conoscerlo, ma non è andata bene. Sugli altri ho avuto un po' di fortuna. Birindelli non capivo che poteva fare. La pressione è più per loro, non per me. Il giocatore che tira pensa a tantissime cose".

Sul rigore decisivo di Shevchenko: "In quel momento, l'ultimo rigore, ero fiducioso. Quando la palla è entrata lui è venuto da me, perché io avevo fatto il mio dovere e lui il suo. Quella sensazione fantastica non la puoi capire se non sei lì. Finalmente eravamo campioni, tutto il mondo lo sapeva ed è stata una gioia incredibile".

Sui festeggiamenti e il ritorno a Milano: "E' capitato di tutto dopo la partita, è giusto festeggiare così. Noi brasiliani abbiamo fatto la foto insieme, anche Galliani ha voluto fare la foto con noi. Quando siamo tornati a Milano ho portato i miei due figli a San Siro e secondo me sapevano cosa provavo in quel momento". Altrettanto indimenticabili i racconti di quella serata per Serginho: continua a leggere >>>

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