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Capello: “Ultimo Milan da resettare. Allegri a Riyadh non mi ha convinto. Brutti pensieri su Giménez”

Daniele Triolo Redattore 
Fabio Capello, ex giocatore e allenatore del Milan, ha parlato soprattutto dei rossoneri di Massimiliano Allegri in un'intervista in esclusiva rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Diversi, interessanti spunti di dibattito

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato - in un'intervista in esclusiva rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola - anche dei rossoneri di Massimiliano Allegri. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Capello: "I motivi del calo dell'ultimo Milan"

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Su Milan-Verona: «I ricordi portano ovviamente alla Fatal Verona ma io nel 1973 ero dalla parte fortunata della storia: con la Juve, vinsi lo Scudetto grazie a quella partita. E poi il Milan stavolta giocherà in casa, è un altro mondo».

Sul Milan che fa fatica contro le piccole e su cosa può fare un allenatore per invertire la tendenza: «Partiamo da un presupposto: queste cose non si possono allenare, è solo questione di testa. Bisogna trovare un leader che ti aiuti a stimolare la squadra e a tirare fuori quello che i compagni hanno. Un paio di urli pre-partita? Si urla semmai durante la partita, ai primi errori o scelte sbagliate».

Sul Milan che in Supercoppa Italiana a Riyadh ha perso contro il Napoli: «Sì, l’ultimo Milan è da resettare e, se prende così tanti gol, non può nemmeno battere squadre alla portata. Facciamo un’analisi. È mancato un centravanti: troppo spesso non c’è stata pericolosità in avanti. Poi vanno evidenziati soprattutto il calo di Luka Modrić e quel periodo di assenza di Adrien Rabiot: la squadra ha fatto molto meno filtro. Prima vinceva per corto muso, ora sta subendo troppi gol perché manca protezione a metà campo e i difensori si perdono un po’».


Capello su Napoli-Milan: «I giocatori mi sono sembrati non convinti, come se volessero liberarsi di questo impegno per lavorare sul campionato. Non mi è piaciuto. Il Milan è secondo, non ha le coppe e può programmarsi. Anche Massimiliano Allegri non mi ha convinto, non ha messo in campo la formazione migliore. È vero che un allenatore vuole far sentire tutti coinvolti, però ...».

"Füllkrug? Ci vuole cautela. 'San Siro' è uno stadio difficile"

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Sulla corsa per un posto in Champions League che potrebbe risucchiare anche i rossoneri: «Sì, ora il Milan deve stare attento al posto Champions. È un discorso generale: sarà una bella lotta. La Juve delle ultime partite è veloce, aggressiva: vedo cambi di campo, palloni giocati in verticale. E poi ha fantasisti che fanno la differenza. Alla Roma manca il centravanti però, se prendesse Joshua Zirkzee, potrebbe risolvere. Ha convinzione, forza, voglia, anche contro la Juve ha dimostrato di giocare alla pari. Gian Piero Gasperini sta stimolando la squadra e i giocatori gli stanno rispondendo».

Su Niclas Füllkrug: «Vediamo come si esprimerà. È un giocatore di esperienza ma ci vuole cautela, perché sappiamo che 'San Siro' è uno stadio difficile anche per chi ha fatto una montagna di gol. In generale, in attacco è mancata la velocità di palla: il Milan recentemente è tornato a essere un po’ lento».

Su cosa dovrebbe fare il Milan nel mercato: «Ci vorrebbe un difensore, per avere maggiore equilibrio e solidità. Finora il Milan è stato salvato tante volte da Mike Maignan. I difensori di garanzia però ormai possono andare in Arabia e in Inghilterra. Un club italiano deve essere bravo a trovare il giocatore giusto a un prezzo più normale».

Su quanto l'ha colpito Davide Bartesaghi: «Molto. Sono stato uno dei primi a parlarne bene perché mi ero informato con Mauro Tassotti. Mi aveva detto che ha personalità, tecnica, fisico. Ha tutto. Deve migliorare un po’ la fase difensiva ma è giovane».

Su Santiago Giménez: «Mi fa venire brutti pensieri. Quando ho sentito dire che si sarebbe operato in Olanda, mi è venuto in mente Marco van Basten. A Marco avevamo detto di non operarsi e se ci avesse ascoltato ...».