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La Fiorentina, il Milan e non solo: tanti auguri al ‘Musagete’ Rui Costa

Francesco Aliperta

Rui Costa è entrato di diritto nel Pantheon delle leggende rossonere. Le sue giocate hanno segnato un'epoca, nonché una generazione, ed è forse l'ultimo esemplare di trequartista puro. Non possedeva una grande velocità, ma quei piedi di rara tecnica riuscivano a creare degli arcobaleni in grado di mettere a tu per tu con il portiere qualsiasi attaccante. Portava con orgoglio il numero dieci sulle spalle, la maglietta fuori dai calzoncini, i calzettoni bassi, i parastinchi in vista e i nastri ai polsi e sopra il ginocchio. Giocava sempre a testa alta, il pallone lo guardava un secondo prima di stopparlo perché non vi era tempo da perdere ma solo da guadagnare mentre i compagni correvano veloci. Loro sapevano che quel pallone sarebbe arrivato in qualche modo poiché Rui Costa era un visionario, un genio. Carlo Pellegatti gli donò un soprannome, forse uno dei migliori mai creati, quale il Musagete, l'ispiratore di muse. Mai un epiteto fu meglio cucito addosso di questo, i passaggi di Rui Costa erano dei canti, dei poemi aulici. Chissà se rivedremo mai un giocatore come lui, trequartisti di quello stampo sembrano ormai estinti ma, qualora se ne generasse uno, il paragone massimo sarà sempre e comunque con lui, Il Musagete. Ibrahimovic, addio a giugno? Su di lui un club di Serie A.

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