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La Fiorentina, il Milan e non solo: tanti auguri al ‘Musagete’ Rui Costa

Francesco Aliperta

Rimaniamo nel 2004, in particolar modo tra giugno e luglio. Inizia l'Europeo, il Portogallo rientra tra le favorite vista una squadra che porta nomi altisonanti come Deco, Figo, Conceição e un giovanissimo Cristiano Ronaldo oltre, appunto, a Manuel Rui Costa. Fase dei gironi conclusa agevolmente con un primo posto e una squadra, la Grecia, sorprendentemente alle spalle. Arriva poi l'Inghilterra ai quarti di finale, Rui Costa è assoluto protagonista in bene, con il gol del momentaneo 2-1, e poi del rigore sbagliato alla lotteria del dischetto che vede comunque il Portogallo uscirne vincitore. Si giunge in semifinale contro l'Olanda, un 2-1 risolto con un gol di Maniche. La Seleção das Quinas è dunque ad un solo passo dal sogno di una nazione intera e, quanto può essere beffardo il destino, Rui Costa e compagni incontrano l'unica squadra che è stata in grado di batterli: la Grecia.

Inutile elencare tutti gli elementi a sfavore dei greci, quella finale sembrava già ben che decisa. Il Portogallo parte forte, spinge sull'acceleratore ma sbatte continuamente contro un muro di maglie bianche e blu. Continua il pressing, così come continuano i tiri verso la porta difesa da Nikopolidis. La Grecia difende stretta e cerca di ripartire, occasioni che sembrano vane ma che trovano un clamoroso colpo di scena: al 57' Charisteas svetta e colpisce la palla di testa che va a finire alle spalle di Ricardo. Il Portogallo subisce un contraccolpo pesante, tant'è che di lì in poi avrà ben poche forze per reagire. Il match si concluderà così, con la Grecia che alzerà il trofeo ed un Cristiano Ronaldo che piangerà per un titolo che avrà il piacere di vincere 12 anni dopo.

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