Nonostante il buon carattere e la grinta trasmessa in campo, ha “pesato” l’adattamento al calcio italiano, avendo molte difficoltà per questioni tattiche.
Il clima tattico in Italia, infatti, lo ha spiazzato completamente, paragonando la situazione con la Spagna: “In Spagna il calcio è più aperto, qui devi pensare più che correre”.
Dopo una sola annata, viene ceduto all’Atlético Madrid con un ritorno in Spagna con alte aspettative, ma che alla fine non ha dimostrato tutte le sue qualità come fatto prima.
In un’intervista ha scherzato ironicamente: “A Milano ho imparato più parole in italiano che gol ho fatto”.
L’attaccante viene spesso citato ancora oggi nei quiz e nelle liste dei “giocatori meteora” del Milan anni 2000.
Ha scelto la maglia numero 9, ereditandolo simbolicamente dopo attaccanti importanti.
I compagni lo hanno soprannominato “El Toro” per la sua fisicità e il suo essere combattivo in campo.
Ha debuttato ufficialmente in Serie A contro il Brescia esattamente il 26 agosto del 2001.
Ha impressionato i propri colleghi anche in allenamento, tant’è che i portieri del Milan hanno avuto paura per i suoi tiri potenti.
Ha avuto un rapporto di massimo rispetto con Shevchenko. Lui stesso ha dichiarato che allenarsi con l’ucraino lo ha aiutato a migliorarsi.
Vito Pio Romagno
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