L'annata 2006/2007 fu particolarmente cara ai tifosi rossoneri, quella della famosa frase "dopo Istanbul, c'è sempre Atene". Tutti ricordano l'incredibile disfatta turca contro il Liverpool, ma due anni dopo viene concessa al Milan la possibilità di vendicarsi, guidati da un brasiliano fenomenale con la maglia numero 22.
La rincorsa verso la settima Champions League parte dai preliminari di agosto contro la Stella Rossa. Nella sfida d'andata Kakà è subito decisivo con l'assist per Inzaghi che decide il match. Anche al ritorno i rossoneri non sbagliano e vincono agilmente a Belgrado 2-1.
Nei gironi di Champions il fenomeno brasiliano stende gli avversari e conquista il pass per gli ottavi dopo quattro turni, in cui segna 5 gol, di cui 3 contro l'Anderlecht per chiudere il discorso qualificazione. Anche nel turno successivo si dimostra decisivo, grazie al gol contro il Celtic nel recupero del ritorno giocato a 'San Siro' terminato 1-0 grazie alla rete del Brasiliano. Ai quarti arriva la doppia sfida contro il Bayern Monaco. All'andata finisce 2-2, Kakà in gol per il momentaneo 2-1. Al ritorno serve un'impresa rossonera. I ragazzi di Ancelotti chiudono la pratica nel primo tempo, grazie ai gol di Seedorf e Inzaghi, il primo su assist proprio di Kakà.
Tre partite per il sogno
—In semifinale Kakà brillò come mai successo prima. Nella partita d'andata la leggendaria doppietta che ribaltò il vantaggio dei Red Devils siglato da Ronaldo, in cui si ricorda il celebre gol dell'1-2 rossonero diventato un gol epico per i tifosi rossoneri e non solo. Nonostante la vittoria finale degli per 3-2, il Milan riuscì ad approdare in finale, grazie alla cosiddetta 'Partita Perfetta' di San Siro, terminata 3-0 con i gol di Kakà, Seedorf e Gilardino.
23 maggio 2007, notte di Atene. Il Milan riscrive la propria storia, cancellando l'amarezza di Istanbul con una rivincita memorabile sul Liverpool. In una finale carica di tensione e destino, Inzaghi sblocca il risultato allo scadere del primo tempo. Ma è all'82' che Kaká, ancora una volta, imprime la sua firma 'divina': una verticalizzazione perfetta che taglia in due la difesa inglese e rimette 'SuperPippo' davanti alla porta. L'attaccante non sbaglia, fa 2-0 e indirizza la coppa verso Milano.
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Il gol di Kuijt nel finale non basta ai Reds: il Milan conquista la sua settima Champions League e torna sul trono d'Europa. Al fischio finale, Kaká si inginocchia, le braccia al cielo e la maglia con scritto "I belong to Jesus": un'esultanza entrata nella leggenda, simbolo del suo legame profondo con la fede e di una notte destinata a restare eterna.
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