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Milan, società e rosa: i valori della contraddizione

Casa Milan
Negli anni il valore della società del Milan ha subito un calo vertiginoso, al contrario di quanto avvenuto per la sua rosa: il punto della situazione

Giovanni Calenda

Tutte le grandi storie hanno necessariamente un inizio: anche il Milan, con tutti i suoi problemi degli ultimi anni, ce l'ha. Di certo i tifosi rossoneri non li ricorderanno ben volentieri, dal momento che hanno vissuto più periodi bui che momenti di gloria. Riavvolgendo il nastro cerchiamo di fare chiarezza su come si è arrivati a vivere una situazione di questo tipo, con un Milan in evidente difficoltà nel rialzarsi e camminare sulle proprie gambe.

Secondo quanto riporta l'edizione odierna di Tuttosport, tutto ha avuto inizio dalla stagione 2014/2015, periodo in cui il presidente dei rossoneri Silvio Berlusconi ha iniziato a guardarsi intorno per individuare i profili giusti di vari imprenditori capaci, economicamente, di sostenere un club glorioso e ricco di storia come il Milan: la valutazione (eccessiva) di quegli anni si aggirava intorno al miliardo di euro. Eppure la prima trattativa si è avuta alla fine del 2014 - era il mese di dicembre - quando il broker thailandese Bee ha deciso di formulare e presentare la prima offerta ufficiale per l'acquisizione delle quote societarie di maggioranza: 520 milioni che equivalevano al 52%. Berlusconi sarebbe rimasto in società con il 48% e con la gestione della parte sportiva. La notte, però, ha portato consiglio all'ex Premier e ha deciso di rifiutare l'offerta. Lee abbandona la barca.

Nel 2016 compare il secondo imprenditore (tra quelli realmente interessanti all'acquisto): è Sal Galatioto, advisor americano che aveva messo su una cordata di cinesi. Dopo una rottura interna, e l'uscita di scena dello stesso Galatioto, ecco venir fuori il nome di Yonghong Li. Il 5 agosto 2016 l'imprenditore cinese firma nella villa di Silvio il contratto preliminare: primi 100 milioni di caparra. Avanti così fino al 13 aprile 2017, giorno in cui, grazie al prestito da 303 milioni elargito da Elliott, si riesce a completare l'acquisto del Milan. Totale speso: 740 milioni di euro.

In questi anni - e soprattutto in queste ultime settimane - il debito nei confronti di Elliott è aumentato, tanto da arrivare a toccare quota 415 milioni di euro. Yonghong Li è costretto a lasciare la baracca, con il fondo americano che diventa di fatto nuovo proprietario della società rossonera. E quanto vale il Milan oggi? Si parla di circa 600/650 milioni di euro. Ora però c'è da pensare all'Assemblea organizzata per il prossimo 21 luglio, giorno in cui verrà deciso un nuovo Cda, chiamando 4 membri in sostituzione del gruppo cinese: Tuil, Sabelli, Furlani, Ferrari e Cerchione si contendono le poltrone. Paolo Scaroni è la persona più papabile ad assurgere al ruolo di presidente. Riassumendo: la società rossonera ha avuto un calo di valore di circa 350/400 milioni di euro.

Se dal punto di vista societario il Milan ha avuto una svalutazione significativa, dal punto di vista sportivo il club di via Aldo Rossi ha vissuto l'esatto opposto. Nell'estate del 2015, con i 90 milioni investiti per Romagnoli, Bertolacci, Kucka, Bacca e Luiz Adriano, il valore della rosa si attestava all'incirca sui 250 milioni di euro. Con il lavoro di Fassone, Mirabelli e Gattuso (solo in un secondo momento), si è avuta un'impennata: ad oggi si parla di un valore di 350 milioni, con Kessie, Bonucci e Calhanoglu che sono rivalutati in positivo. Senza considerare le plusvalenze dettate dai contratti di Donnarumma, Cutrone, Calabria e Suso (ottenuto a parametro zero). Uniche note dolenti sono rappresentate da Kalinic e André Silva: complessivamente il valore della rosa del Milan è ciò su cui si può contare per la vendita futura della società rossonera.

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