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Verso Milan-Genoa: Diavolo, un girone dopo è cambiato quasi tutto

Genoa-Milan, disputatasi il 5 ottobre 2019, fu l'ultima gara di Marco Giampaolo in panchina. Da Milan-Genoa, invece, Stefano Pioli prova a spiccare il volo

Daniele Triolo

"NEWS MILAN - Domenica, alle ore 12:30, in un 'San Siro' a porte chiuse per l'emergenza coronavirus, si disputerà Milan-Genoa, gara valevole per la 26^ giornata di Serie A, settima del girone di ritorno del massimo campionato. Proprio un girone fa, a 'Marassi', come si ricorderà, si consumava l'ultima partita di Marco Giampaolo sulla panchina rossonera. E quanto è cambiato l'universo rossonero da quel giorno e dal successivo avvento di mister Stefano Pioli ...

"Giampaolo, dopo una prima parte di precampionato incoraggiante, si era incartato in fase offensiva, non riuscendo più a produrre un gioco decente, accettabile e, soprattutto, produttivo sotto rete. 'Costretto', per sua stessa volontà, ad incastrare l'estro di Jesús Suso nel suo sistema di gioco, il 4-3-1-2, che tutto avrebbe previsto fuorché l'utilizzo dello spagnolo, Giampaolo aveva trovato appena due vittorie, entrambe di misura (1-0) contro le neopromosse Brescia e Hellas Verona, a fronte di 4 sconfitte, prima di presentarsi al cospetto del Genoa.

"I rossoblu, allora guidati da Aurelio Andreazzoli, di fatto dominarono il match, sfiorando ripetutamente il gol e trovando poi la rete del vantaggio nel finale della prima frazione di gara, su calcio di punizione, grazie al danese Lasse Schöne e la complicità, incredibile, di Pepe Reina, che si fece scivolare la sfera sotto i guantoni. Giampaolo, allora, gettò nella mischia Lucas Paquetá e Rafael Leão nella ripresa, trovando, dapprima, il gol di Theo Hernández (sarebbe stato il primo di una lunga serie) e quindi il calcio di rigore, procurato dallo stesso Leão, trasformato poi da Franck Kessié per il successo rossonero, 2-1.

"Quella vittoria non bastò a Giampaolo per salvare la panchina: con 9 punti in 7 gare, e la media di 1,28 per partita, il tecnico di Giulianova fu mandato a casa e sostituito da Pioli. Il quale, nelle successive 18 partite, di punti ne ha totalizzati 25, alla media di 1,5 per partita. Non un salto di rendimento abissale, senza dubbio, ma, a ben guardare lo svolgimento del campionato rossonero, quella sostituzione in panchina è stato un vero e proprio toccasana per il Diavolo. Pioli, infatti, ereditò un Milan al 14° posto, a soli 3 punti di distanza dalla zona retrocessione, e lo ha portato al 7° posto, seppur in coabitazione con il Napoli, in piena zona Europa League.

"In casa rossonera, però, è cambiato tutto, perché le polemiche del primo periodo con Giampaolo sono scomparse, a Milanello si respira aria nuova e collaborativa, i giocatori sono tutti saldamente al fianco del proprio allenatore. E, in campo, tutto ciò si vede. Pioli ha, gradualmente, disegnato il suo Milan, cambiandone l'assetto sul terreno di gioco, compiendo anche delle scelte forti (sono andati via lo stesso Suso e Krzysztof Piatek), ha 'normalizzato' la situazione schierando tutti i calciatori nelle posizioni a loro più congeniali e soprattutto dato loro nuova fiducia nei mezzi a disposizione.

"Rispetto allo scorso ottobre, a quel Genoa-Milan di Giampaolo finito in gloria, il Diavolo ora gioca, produce, convince (anche se tanti, troppi sono i difetti sui quali lavorare), spesso vince ed ogni tanto incanta. Si è passati dal non concludere praticamente mai in porta, a tirare di media verso la rete avversaria 10 volte per match. Certo, tanti dei miglioramenti del Diavolo sono anche passati dal ritorno di Zlatan Ibrahimovic al centro dell'attacco, grazie al quale Pioli ha potuto godere, mettiamola così, di tante agevolazioni tecnico-tattiche, ma è innegabile come il lavoro e la mano del tecnico emiliano siano evidenti e proficue.

"Da Genoa-Milan a Milan-Genoa è cambiato tutto, a Milanello e dintorni: ora, però, dalla sfida al 'Grifone' il Diavolo, 'scippato' di due punti a Firenze, dovrà ripartire per consolidare l'attuale posizione europea e, perché no, vivere un mese di marzo a tutta birra in attesa di un aprile che, da calendario, si preannuncerà molto, molto ostico per Alessio Romagnoli e compagni.

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