Milan, guida al risparmio sbagliato. Con Conte il primo dei grandi errori rossoneri
—Per capire l'effettivo peccato originale sopracitato, ci basta rivedere le cifre del contratto di quello che diventerà il successore di Stefano Pioli, ovvero Paulo Fonseca. Il tecnico portoghese arriva in rossonero attraverso un accordo di tre anni a 2,5 milioni di euro e una clausola che permetterebbe poi alla società di risparmiare sul suo ingaggio qualora venisse esonerato entro i primi 6 mesi del suo operato (come poi realmente accaduto a dicembre 2024).
Ecco, mentre il Milan trattava con Fonseca, il Napoli si assicurava Antonio Conte. Stipulando con lui un contratto di 6,5 milioni di euro (più bonus) fino al 2027. L'allenatore italiano era stato insistentemente accostato ai rossoneri, dato che, da molti, era visto come il profilo perfetto per rimediare a quelle carenze caratteriali che la squadra aveva mostrato nella stagione precedente. Purtroppo, però, Conte fu scartato dal team di Furlani-Moncada-Ibrahimovic poiché "non rispecchiava i nostri parametri". Come spiegato dallo stesso svedese.
Che fosse una questione caratteriale, che fosse una questione economica o di immagine non lo sappiamo. Forse non lo sapremo mai. Ciò di cui siamo certi, però, è che il fallimento del Milan è iniziato proprio da quel "risparmio". Dalla scelta di non puntare su un tecnico esperto e in grado di garantirti un certo traguardo minimo. I dirigenti rossoneri, così facendo, hanno "risparmiato", ci teniamo a sottolineare questo verbo, 4 milioni per poi perderne, quasi un anno dopo, ben 100.
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