Le parole di Moncada sul Milan Futuro in Serie D
—E hanno fatto molto discutere, specialmente i tifosi sui social, le parole di Geoffrey Moncada, direttore tecnico dei rossoneri, sulla retrocessione tra i Dilettanti della compagine allenata da Daniele Bonera prima e Massimo Oddo poi. Dichiarazioni rilasciate dall'ex scout del Monaco ai microfoni di 'DAZN' prima di un altrettanto sciagurato match, Roma-Milan 3-1.
“Abbiamo creato Milan Futuro per creare giocatori. Abbiamo avuto sette giocatori che hanno giocato in Serie A con il Milan, mai ce n’erano stati così tanti dall’Academy. Giocare in B, in C o in D non è così importante per noi. Per noi è importante creare talento. È il primo anno, l’importante è creare giocatori. Il Milan Futuro giocherà in Serie D”.
Ora, la domanda sorge spontanea: scusa, Moncada, ma dove? Innanzitutto, appare abbastanza grave che una retrocessione dalla terza serie del calcio italiano ai meandri del calcio dilettantistico sembra non tangere minimamente l'area dirigenziale. Non va dimenticato che il Milan Futuro, tra creazione, messa a punto dello stadio, mercato estivo ed invernale, stipendi e quant'altro, è un progetto da circa 15 milioni di euro. Sportivamente fallito dopo un anno.
Però, vogliamo andare oltre e pensare che, come funziona nel calcio giovanile, conti come dice Moncada creare talento più che conquistare campionati. A quel punto, però, andava bene tenersi soltanto la Primavera, no? Se il punto era quello di far crescere più rapidamente i calciatori rossoneri alla 'casa madre' in un campionato più 'allenante e performante', siamo proprio sicuri che giocare in D sia meglio che disputare un regolare campionato Primavera?
Interrogativi che già sappiamo non troveranno risposta. Concentriamoci, nello specifico, su delle parole di Moncada che, numeri alla mano, suonano davvero un po' come una presa in giro. Con tutto il rispetto. "Abbiamo avuto sette giocatori che hanno giocato in Serie A con il Milan: mai ce n'erano stati così tanti dall'Academy". Ma chi sono questi sette giocatori di cui Moncada si vanta così tanto?
Solo Camarda (189) e Bartesaghi (111) con un discreto numero di minuti
—È presto detto. Andiamo in ordine di ruolo. Troviamo il portiere Lorenzo Torriani, i difensori Davide Bartesaghi e Álex Jiménez, il centrocampista Kevin Zeroli, gli esterni offensivi Mattia Liberali e Bob Omoregbe e il centravanti Francesco Camarda. Ora, alzate la mano se - eccezion fatta per Álex Jiménez, divenuto un titolare del Milan a stagione in corso - uno solo degli altri giovani che aveva in mente Moncada è riuscito a ritagliarsi uno spazio, anche solo semi-importante in Prima Squadra.
Sapete quanti minuti hanno giocato con il Milan? 84' Torriani tra Champions League (39' nell'1-3 contro il Liverpool) e Coppa Italia (45' nel 6-1 contro il Sassuolo). Poi 111' Bartesaghi in 6 presenze tra Serie A, Coppa Italia e Champions League. Quindi 11' Zeroli in una presenza di campionato a settembre, nel 4-0 contro il Venezia. Proseguiamo con i 62' di Liberali in Milan-Genoa 0-0 del 15 dicembre scorso e i 2' di Omoregbe in Milan-Cagliari 1-1 dell'11 gennaio.
Chiosa con Camarda, quello più reclamizzato e sponsorizzato da tutti, con 189' in 13 presenze tra Serie A e Champions League. Moncada, ma cosa dici? Il progetto Milan Futuro ha fallito, così come si è rivelata fallimentare la gestione di tutti questi ragazzi 'in odore di Prima Squadra'. Eccezion fatta per Camarda, che è un 2008 definito come predestinato e che comunque, minuti alla mano, è come se avesse disputato appena 2 partite stagionali con i grandi, il resto dei giocatori ha fatto soltanto la comparsa con Paulo Fonseca prima e Sérgio Conceição poi.
E non è tutto: perché a fronte dei rinnovi di contratto, imminenti, per Torriani e Bartesaghi (i quali, giova ricordare, hanno già 20 anni, non più 17-18 e sarebbe anche ora che iniziassero a vedere il campo con regolarità), gente di qualità come Zeroli è andata in prestito altrove perché chiusa, nella mediana del Milan, dal fantasma di Ruben Loftus-Cheek e dall'inadeguatezza di Yunus Musah. Altri, come Liberali, in scadenza di contratto il 30 giugno 2026, meditano di andarsene perché sentono che non c'è un progetto 'tagliato' per loro in rossonero.
Unico giocatore venuto fuori? Álex Jiménez. Che c'era già l'anno scorso
—Camarda, poi, è stato costretto a saltare anche i playout con il Milan Futuro perché, nel corso della regular season, non ha accumulato il numero minimo di presenze in distinta per prendervi parte (25). Sicuramente ha giovato di più al ragazzo marcire in panchina con Conceição per tutta la seconda parte di stagione (54' da quando è arrivato l'ex Porto, di cui gli ultimi 2 a febbraio contro il Torino!). Dai, non prendiamoci in giro. Álex Jiménez è l'unico giocatore concretamente venuto fuori dalla 'cantera' in questa stagione: per altro arrivato da fuori (Real Madrid) e non prodotto al 'Vismara', per giunta già in rotazione dall'anno passato.
Nessun merito, quindi, al Milan Futuro, a Kirovski o a Ibrahimović per un progetto nato male e finito (almeno per questa stagione) peggio. Un po' di sana autocritica, monsieur Moncada, non guasta mai. Perché, c'è un fulgido esempio proprio in casa rossonera, quando una squadra giovanile è affidata a gente del settore competente (il responsabile Vincenzo Vergine e l'allenatore Federico Guidi), si vedono non soltanto i risultati sportivi, ma anche il talento dei singoli. Ovvero il Milan Primavera di Diego Sia e Christian Comotto su tutti, ma anche Lorenzo Ossola.
Playoff di campionato con una squadra completamente stravolta di giornata in giornata e tanto talento espresso. Concretamente. L'auspicio è che il Milan Futuro possa riassestarsi, ripartire bene e, davvero creare talento. Tutto a suo tempo, però, con i giovani lanciati al posto giusto nel momento più idoneo per una loro crescita esponenziale. Soltanto così saranno - REALMENTE - protagonisti 'in Serie A con il Milan' come Álex Jiménez e non più ridotti a mero spot elettorale.
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