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CALCIOMERCATO MILAN

Milan, mercato così così. Ma tolto il Napoli, chi ha fatto meglio?

Matteo Ronchetti
Matteo Ronchetti Direttore responsabile 
Il giudizio sul mercato del Milan e una riflessione sulle altre big di Serie A: ma quante squadre hanno fatto meglio dei rossoneri?

Il calciomercato del Milan si è chiuso senza l'acuto sperato ed è tempo di bilanci. Mettiamo subito le cose in chiaro: la squadra è forte. Incompleta, ma forte. Quantomeno a sufficienza per centrare l'obiettivo prefissato, il quarto posto. Ecco, speravamo tutti si potesse alzare l'asticella, puntare con decisione allo Scudetto ma - come sempre negli ultimi anni - è mancata la scintilla, l'ambizione. Un ingrediente chiave che proprio questa proprietà dimostra di non avere, malgrado le solite 'sparate mediatiche': ricordate Cardinale? "Nessuno più di me vuole vincere. Voglio essere per il Milan il Berlusconi 2.0". Attendiamo fiduciosi, ma per ora le scelte del suo A.D. (Giorgio Furlani, ndr), dicono altro.

Le pecche di questo mercato

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La gestione di questa sessione di mercato del Milan non è stata delle migliori, va detto. Quando ti riduci agli ultimi giorni a ricercare un difensore centrale, un centrocampista e un centravanti titolare (cioè la spina dorsale di una squadra), vuol dire che qualcosa è andato storto. Il mercato delle occasioni, poi, è complicato, spesso ingannevole. E rischia di trasformarsi nel mercato delle fregature. Nel dubbio, il Milan è rimasto così. Con un Rabiot in più, ma anche con tante lacune, soprattutto dietro e davanti.

Non ne sarà felice Massimiliano Allegri, ma - come ha già detto in conferenza stampa - 'farà quel che si può, con quel che ha'. Musica per le orecchie della società. Anche se Max, per quanto allenatore-aziendalista, avrebbe meritato qualcosa di più. Igli Tare non è stato pienamente in grado di spostare il focus della società dal bilancio al campo, finendo per avallare scelte rischiose. Gli obiettivi, infatti, non sono sembrati mai a fuoco: serviva un bomber d'esperienza e fisico, è arrivata una seconda punta di strappo. Serviva un centrale esperto, in grado di comandare la difesa, ed è arrivato un ragazzo di 19 anni con 3 presenze in Bundesliga. Tanta, troppa confusione. "Non sarà rivoluzione", diceva. Lo è stata.

Il mercato in uscita è TOP

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Il resto lo ha fatto il mercato in uscita: eccellente, certo, ma che ha anche spolpato questa squadra, privandola di valide alternative. I giocatori di movimento sono 19, più due esuberi fuori rosa: Bennacer e Adli. In attacco contiamo solo tre punte (Leao, Nkunku e Gimenez), di cui uno - il messicano - rimasto solo per sua ferma volontà personale. Pulisic è un jolly, ma deve trovare spazio nell'undici titolare a prescindere, quindi non può essere considerato un'alternativa ai tre davanti. In difesa e sulle fasce i ricambi sono ridotti all'osso. Insomma, va tutto bene, ma....facciamoci il segno della croce!


Milan, ecco perchè S-Tare Allegri

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Detto questo, troppe campane stanno suonando a morto. La situazione non è idilliaca, ma neanche così pessima come molti la descrivono. Il centrocampo è tra più forti e completi avuti negli ultimi anni. C'è esperienza, fisicità, qualità e ricambi. Al netto dell'infortunio di Jashari, il Milan ha una mediana che può essere davvero dominante in Serie A. Al pari di Napoli e Inter. Questo fa ben sperare.

L'undici titolare, con una sola partita alla settimana, è buono. Ipotizzando un 4-3-1-2, il Milan potrebbe essere questo: Maignan; Estupinian, Pavlovic, Tomori, Saelemaekers; Rabiot, Modric, Fofana; Pulisic; Leao, Nkunku. Che dite, c'è di peggio, vero?

Quanti più forti del Milan in Serie A?

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E poi...c'è la concorrenza. Quante squadre hanno fatto meglio del Milan sul mercato? E quante sono meglio in generale? L'erba del vicino è sempre più verde, ma siamo sicuri che sia così? La Lazio non ha potuto fare mercato, la Roma non ha mantenuto le promesse fatte a Gasperini, oggi infuriato con Massara e la sua società per il mercato insufficiente. L'Atalanta ha venduto Retegui per 70 milioni e preso Krstovic, Musah e Zalewski. Ha fatto il salto? Difficile. In più, Juric porta con sè molti più dubbi che certezze. E l'inizio stentato della Dea lo dimostra. La Juventus si è rinforzata davanti (David, Openda, Vlahovic, poi rimasto), ma ha speso 40 milioni per Conceicao (quaranta!!!) senza andare a rinforzare centrocampo e difesa, molto molto corti. L'avesse fatto il Milan, sarebbe scoppiato un finimondo. E che dire dell'Inter? Avevano promesso un acquisto da urlo, senza la necessità di cedere i big, ma alla fine è uscito Pavard per Akanji e non è arrivato Lookman. O Konè. O altri. E i 45 milioni offerti? Sono rimasti in tasca. Hai capito Oaktree?? L'avesse fatto Redbird...

Infine, c'è il Napoli, la migliore del lotto, per distacco. De Laurentiis si è intascato 145 milioni tra Kvaratskhelia e Osimhen: non li ha reinvestiti tutti (come spesso accade), ma almeno ha seguito le indicazioni di Antonio Conte. Sarà il campo a dirci se ha speso bene o male, ma lo ha fatto con logica e ambizione, guardando alle lacune della squadra e alle caratteristiche mancanti in rosa. Meret non convince? Ecco Milinkovic-Savic. Serve un centrale? Preso Beukema. Occorre qualità? Dentro De Bruyne. In avanti mancano fantasia e uno contro uno? Lang ha quelle caratteristiche. Serviva una punta di riserva ed è arrivato Lucca. Si è fatto male Lukaku ed è arrivato Hojlund: un centravanti per un centravanti. Tutto molto chiaro, semplice, lineare. Ma qui forse sta la differenza tra un fondo e un imprenditore: uno gestisce, l'altro investe. Uno gioca in difesa, uno in attacco. Quanto ci piacerebbe tornare a giocare all'attacco!