Christian Pulisic, invece, è l’“inside winger” che collega reparti: conduce in diagonale, apre il canale per l’inserimento della mezzala e detta tempi nelle rifiniture. La sua gestione fisica è un tema: alla vigilia della sfida con la Fiorentina, per esempio, si è parlato della possibilità che non fosse al 100%, il che obbliga Allegri a rimodulare i pesi sul lato forte. Una possibilità poi divenuta realtà: il suo infortunio in Nazionale rischia di depotenziare moltissimo il Milan nella fase offensiva, oltre che privare la squadra di molti gol e assist.
Possesso utile, ferocia selettiva
—Non è un Milan che ambisce al controllo sterile: il giro palla è funzionale a preparare l’accelerazione giusta. In fase di uscita, si nota una maggiore pazienza nel fissare la prima pressione avversaria e, una volta superata, la verticalizzazione è più rapida. Anche le palle inattive sono state “normalizzate”: senza diventare una squadra da piazzato, i rossoneri concedono meno seconde giocate “sporche” in area e difendono con marcature miste più disciplinate.
Cosa è cambiato rispetto alla scorsa stagione
—La situazione attuale nella Serie A
—Nell’analisi del campionato - del Milan ma non solo - è interessante osservare come l’interpretazione dei match cambi anche alla luce delle letture “macro” del torneo: calendari, momenti di forma, ritorni da infortuni e dati storici pesano nelle anteprime e nelle valutazioni di contesto. In questo quadro informativo, i portali regolamentati come i propongono spesso (oltre alle quote per i pronostici) statistiche comparative, indicatori di forma e criteri di tutela dell’utente, contribuendo al racconto analitico della Serie A senza spostare il focus dall’aspetto sportivo.
Al momento, il Milan sembra far parte del gruppo di testa che può ambire alla vittoria del campionato. La stagione però è lunghissima e i tanti infortuni potrebbero togliere qualche punto.
Criticità ancora aperte
—La produzione offensiva contro blocchi bassi resta discontinua: quando l’1v1 degli esterni si spegne, al Milan manca ancora qualche automatismo in area (tagli incrociati tra punta e mezzala, riempimento sistematico del secondo palo). Inoltre, la dipendenza da Leão nella progressione palla al piede talvolta riduce le alternative, specie quando l’avversario ne raddoppia con costanza. La gestione delle energie nei tre impegni (campionato, Coppa Italia, Europa) richiederà rotazioni “chirurgiche” e minuti di qualità dalla panchina.
Al netto delle fisiologiche sbavature d’inizio ciclo, il Milan però ha già ritrovato una cifra tecnica leggibile dall’esterno. Lo confermano i passaggi pubblici del club e i riconoscimenti della Lega, spia di una traiettoria in crescita che va oltre il singolo risultato del weekend.
Il verdetto provvisorio
—Sì: la cura Allegri sta funzionando. Perché ha restituito al Milan una struttura di squadra coerente con le ambizioni, una maggiore lucidità nei momenti chiave e un repertorio tattico abbastanza ricco da adattarsi all’avversario senza snaturarsi. Per alzare davvero l’asticella serviranno più “gol facili” e un contributo costante dalla panchina; ma l’impianto – oggi – è più solido e credibile di quanto fosse un anno fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202501/023b84ab57242af5f43b1da72acd04b4.jpg)
/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/d3aa21be6bd578ac899423d83d1ef672.jpg)