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Milan, crollo pieno di errori ingenui. Al gruppo manca il carattere di Conceicao

Sergio Conceicao, tecnico del Milan 22/02/2025 PianetaMilan.it
Il Milan perde contro il Torino e commette tanti errori ingenui. A questa squadra sembra mancare il carattere di Sergio Conceicao
Francesco Aliperta Redattore 

Cosa si può dire dopo una sconfitta che vede, a favore, il 65% del possesso palla, 26 tiri (8 di questi in porta), 11 calci d'angolo, 2 grandi occasioni sprecate, 11 tiri in area di rigore, un palo colpito e, soprattutto, il 2.43 di XG? Difficile trovare una risposta, perché, difatti, il Milan si è fatto male da solo. Onore al Torino, squadra che ha messo in campo tanta tenacia ed energia, ma i rossoneri di Sergio Conceicao hanno chiuso un cerchio, quello di questa settimana, fatto di sfortuna, ingenuità e un pizzico di immaturità.

Errori ingenui

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Se la partita si apre con un autogol, conseguenza di un pasticcio tra Maignan e Thiaw, lo spartito appare fin da subito ben chiaro. Non si tratta di comunicazione o di fraintendimenti ma di pura sfortuna, poiché il rinvio del portiere rossonero poteva finire ovunque, eppure è carambolato proprio sul corpo di Thiaw prima di finire in rete.


E poi? Poi arriva un assolo del Milan. I rossoneri spingono, costringono il Torino al più classico del catenaccio e contropiede e creano, eccome se creano. A chi afferma il contrario, consigliamo di spiegarci come può, una squadra in svantaggio, creare più di quello che ha creato il Milan contro una schiera granata di 11 giocatori dietro la linea del pallone. Difatti, il primo tempo del Torino sta tutto qui: gol fortunato e strenua difesa.

Nella seconda frazione di gioco il ritmo non cambia, con l'unica differenza che il Milan il pareggio lo trova con la rete di Tijjani Reijnders. C'è entusiasmo, c'è convinzione che il risultato possa essere ribaltato ma poi, come spesso successo in questa stagione, ecco l'errore fatale. Il gol di Gineitis, quello del 2-1, è pura ingenuità. Thiaw commette fallo, discute con l'arbitro, la difesa rossonera si ferma, Sanabria vede uno spiraglio e lancia verso la porta il suo compagno. Un flashback, insomma, di quanto accaduto nella finale di Supercoppa contro l'Inter, quando la retroguardia del Diavolo rimane a guardare Dimarco battere velocemente una rimessa laterale che porta alla rete di Lautaro Martinez.

Manca il carattere

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A questa squadra manca il carattere, ma non uno qualunque, bensì quello del suo allenatore. Conceicao, ormai lo sappiamo, è schietto, sincero, a volte rude, ma molto diretto. Lo vediamo come vive le partite dalla panchina: sembra un leone in gabbia che vorrebbe scendere in campo. Tuttavia, il Milan non è lo specchio del suo allenatore. La squadra si abbatte troppo facilmente, anche quando sembra poter recuperare contro sfortuna e ingenuità.

Manca la tenacia, manca la voglia di recuperare. Lo si può notare banalmente dai contrasti, dai duelli aerei, dalle seconde palle perse, dalle corse all'indietro. Qui, oramai, non si tratta più di tattica, di formazioni, di moduli o di filosofie, ma di mentalità. Il deficit del Milan sta nella personalità, nel carattere, nella voglia di vincere sempre e comunque. Dalla squadra fino alla dirigenza: serve una sterzata prima di tutto mentale.