Silvio Berlusconi da presidente del Milan ha sempre avuto una predilezione per i giocatori estremamente tecnici e fantasiosi. Alcuni di questi, veri e propri campioni del mondo del pallone, li acquistò verso la fine della loro carriera o comunque quando non erano all'apice del loro percorso. Tra questi, vengono in mente due brasiliani: Ronaldo 'il Fenomeno' e Ronaldinho. Quest'ultimo giocò due stagioni e mezzo con la maglia rossonera, deliziando il pubblico di San Siro in più occasioni. Quando se ne andò? A metà della stagione 2010/11, poi terminata con la vittoria del diciottesimo scudetto della storia del club. Chi sedeva in panchina a quell'epoca? Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese è appena ritornato sulla panchina rossonera e ora a che fare con un altro grande talento (anche se non paragonabile al Pallone d'Oro Ronaldinho). Si tratta di Rafael Leao. Parlando di lui il giorno dopo Juventus-Milan, Giuseppe Pastore si è lasciato andare a una suggestione curiosa durante 'Fontana di Trevi', programma di 'Cronache di Spogliatoio'.

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Leao come Ronaldinho sotto la gestione di Allegri? Pastore: “A mali estremi …”
Come Allegri gestirà Leao? La suggestione di Pastore
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Le parole del giornalista: "Nel 2010 alla sua prima stagione al Milan Allegri a dicembre mise una croce sopra un nome illustre, molto più illustre di Leao e anche molto più bollito di Leao. Cioè Ronaldinho, che però per motivi mediatici e di simpatia presidenziale era un nome molto pesante in spogliatoio. Mandarlo via (anche se non fu una perdita di cui il Milan si è pentito) fu una scelta filosofica di Allegri. Non dico che andrà così con Leao, anzi. Però è una valutazione che in un angolo della sua mente Allegri, a mali estremi, può anche fare. Ho visto due spezzoni di gara molto importanti in cui Leao è entrato malissimo (contro il Napoli) e male (contro la Juve). Non parlo dei gol sbagliati ma del mood. Secondo me, grazie alla sua attitudine Gimenez farà il titolare ancora a lungo nel Milan".
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